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Spezie e cannoni: l’impero marittimo dei portoghesi


Tutti gli sforzi del Portogallo furono incentrati nello sfruttamento ai fini commerciali della via marittima delle Indie orientali scoperta alla fine del 400.
Anche nell’Africa orientale  e nell’Asia meridionale vennero costruite, come nel Golfo di Guinea, le fortezze e i feitorias (= empori commerciali) in luoghi strategici, gli accordi con i sovrani locali per la fornitura di spezie o altri prodotti a condizioni di monopolio o di favore.
Il tentativo di bloccare l’espansione portoghese fu compiuto dal sovrano mamelucco d’Egitto in alleanza con il sultano dello stato indiano.

Ai territori controllati dal Portogallo si aggiunsero le nuove conquiste nell’isola di Ceylon e nelle Molucche, per cui al pepe, allo zenzero e ai tessuti di cotone dell’india si aggiunsero la cannella di Ceylon, i chiodi di garofano, la noce moscata, le sete pregiate, i legni profumati ….
Il commercio era controllato dalla corona attraverso la “Casa de India” di Lisbona che prelevava il 30% delle importazioni.
Grazie alla conquista ottomana della Siria e dell’Egitto, nel 1516, le spezie e gli altri prodotti orientali ricominciarono ad affluire nel Mediterraneo e si arrivò ad una sorta di spartizione del mercato europeo tra Venezia e i portoghesi con i loro alleati.

Tratto da STORIA MODERNA - 1492-1948 di Selma Aslaoui
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