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Le immagini indicali



Per quanto riguarda le immagini, quelle sin qui ricordate, quelle su cui etnografi e antropologi hanno lavorato e raccolto, scaturiscono dall'osservazione diretta della realtà e appartengo all'ambito che Peirce definisce indicale. Esse testimoniano che ciò che è figurato è effettivamente avvenuto e in termini generali che vi è un rapporto inscindibile tra realtà e rappresentazione. Si presuppone così che una fotografia documenti attendibilmente a esempio l'evento rituale o il processo tecnico che rappresenta ma, cosa che più ci interessa qui, che riferisca che qualcuno è stato li dove essi essi si svolgevano e li ha realmente osservati. Sin qui esse costituivano luogo privilegiato e metafora del discorso etnografico e antropologico proprio perchè scaturivano da un incontro, un compromesso, da una collaborazione tra autore e realtà, soggetto e oggetto, io e l'altro. Oggi, le immagini esprimeranno direttamente e esclusivamente il progetto conoscitivo che le genera, porgeranno il discorso dell'autore e parleranno di lui. Mentre sinora esse hanno costituito una forma di comunicazione diversa dalla scrittura in un futuro prossimo si assimileranno ad essa divenendo un particolare tipo di scrittura una sorta di pittogrammi di cui occorrerà comprendere a fondo i criteri di funzionalità all'interno del discorso antropologico. D'ora in poi l'immagine tenderà a divenire totale, assolta, entropica, a sovrapporsi alla realtà e a scacciarla, a recuperare a pieno l'autorità del suo elaboratore o manipolatore che il sistema analogico aveva sottoposto a limitazioni e regole.

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