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Gli attori della R&S: Gli enti pubblici di ricerca


Gli enti pubblici di ricerca sono organismi istituiti per perseguire progetti strategici di rilevanza nazionale e internazionale che richiedono organizzazioni e apparecchiature complesse e di grandi dimensioni. Svolgono quasi esclusivamente la ricerca. Sono più di 70, con una molteplicità di dipendenti (ricercatori, tecnici e personale di supporto; numero a seguire tra parentesi); i principali: Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr, 8000), Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente (Enea, 3200), Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn, 2000), Istituto nazionale di statistica (istat, 2600), … nel complesso 28000 addetti, di cui 12000 ricercatori. Negli anni trascorsi sono stati oggetto di riforme organizzative (riorganizzazione funzionale e gestione del personale) volte a favorire la cooperazione coi fruitori dei risultati della ricerca, sia pubblici che privati; ne risultò un assetto con laboratori focalizzati su un numero limitato di aree scientifiche, diminuzione dell’appesantimento burocratico (es.: divisione dei dipendenti in senior, a tempo indeterminato, e junior, a tempo determinato; ma questo può provocare una selezione avversa scoraggiando i giovani talenti a intraprendere la carriera della ricerca) e maggiore autonomia decisionale. Vi sono dubbi sull’efficacia di queste riforme: sono state troppo rapide, non hanno permesso a persone e strutture di adattarsi; vi è stata resistenza da parte della comunità scientifica; è mancato l’incremento delle risorse umane e finanziarie (e questo è il fattore fondamentale).

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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