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Produttività, flessibilità, decentramento


Microelettronica, ICT, biotecnologie, automazione, tecnologie di processo hanno determinato in molti settori aumenti di produttività: del lavoro (l’automazione riduce la manodopera), del capitale (sempre con l’automazione, una sola macchina può svolgere più funzioni), di sistema (maggiore coordinamento che riduce le inefficienze).
Il momento fondamentale è il passaggio dall’era industriale all’era informatica: riduzione di costi e del pericolo di obsolescenza (prima rapidissima) tramite la possibilità, ad esempio, di sostituire solo alcune parti componenti delle macchina. La reingegnerizzazione dei processi è evidente soprattutto nel settore terziario: conti correnti on-line, prenotazioni di hotel in zona conferenze o fiere, video-conferenze, ecc.. Ma non solo: si pensi all’uso di software per la progettazione (grande flessibilità e possibilità di rispondere alle esigenze del cliente).
Scopo fondamentale degli investimenti fissi è quello di aumentare la qualità dei prodotti e la produttività delle fabbriche (Usa, ripresa delle case automobilistiche dopo il boom del Giappone degli anni 80). La produttività è facilitata dalla flessibilità delle strutture, che si dimensionano adeguatamente rispetto alle circostanze (grandi e accentrate per produzione standardizzata, piccole per prodotti e servizi specializzati), ed è fattore determinante per il decentramento di alcune realtà industriali (fino ad arrivare ad esternalizzare l’intera produzione, e mantenere a livello accentrato solo la R&S e l’assemblaggio), rispettando le situazioni locali (importante per favorire lo sviluppo del Paesi del Terzo Mondo).

Tratto da TECNOLOGIA, PRODUZIONE E INNOVAZIONE di Moreno Marcucci
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