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Definizione di mimesis


I rapporti tra letteratura e realtà, a partire dalla Poetica di Aristotele, sono normalmente definiti come mimesis. La teoria letteraria ha però rimesso in discussione il concetto di mimesis, privandola del secondo termine “realtà”, insistendo invece sul primato della forma, dell'espressione, del significante. La letteratura non è MIMESIS, dice la teoria, ma SEMIOSIS, e la referenza è solo una illusione che ostacola la comprensione della letteratura in sé.
Il problema è arduo da affrontare già a partire dalla polisemicità del termine MIMESIS, tradotto in innumerevoli maniere; ricordiamo qui imitazione, rappresentazione, verosimile, finzione, illusione, menzogna, realismo, referente, referenza e infine descrizione. Aggiungiamo poi che la MIMESIS è stata anche definita per mezzo di detti e citazioni, come i celebri ut pictura poesis (come nella pittura così nella poesia) di Orazio e la momentanea sospensione volontaria dell'incredulità di Coleridge.
Infine dovremo esaminare termini che si pongono antiteticamente a MIMESIS, come INTERTESTUALITÀ o DIALOGISMO, sostituendo alla realtà la letteratura stessa. Il problema è molto vasto; un paradosso può aiutarci a rendercene conto. Platone considerava la MIMESIS come qualcosa di sovversivo, perchè proponeva una imitazione di una imitazione; Barhes la considerava invece repressiva, poiché strumento dell'ideologia che consolida un vincolo sociale. L'antiteticità di queste due posizioni dimostra come lo stesso concetto sia stato ribaltato nel corso dei secoli.

Tratto da TEORIA DELLA LETTERATURA di Gherardo Fabretti
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