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Alleanza di stallo/impedimento

Alleanza di stallo/impedimento 

L’alleanza simmetrica ed eterogenea è quella composta da alleati che dispongono di una forza strategica sostanzialmente simile, tra i quali la causa comune coesiste con una serie di cause particolari, che vengono giudicate tanto importanti quanto la prima, se non persino di più. 
La simmetria fa sì che nessuno possa muovere liberamente senza l’appoggio o il consenso altrui. MA, in virtù dell’eterogeneità, tale consenso difficilmente verrà dato, se non in casi rari e come risultato di una dura contrattazione. 
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Il tratto caratteristico di questo tipo di alleanza è un impedimento reciproco, frutto di un processo di negoziazione di stampo coercitivo condotto da posizioni di forza sostanzialmente simili ⇒ alleati “condannati” a coesistere, i quali si trovano spesso in contrasto su questioni sostanziali, e che tentano quindi, spesso inutilmente, di trascinarsi a vicenda in direzioni diverse. 
L’alleanza di stallo permette di cogliere, una volta di più, l’importanza della ricerca della conformità da parte dei suoi membri, poiché essa tende a risolversi proprio in una forma di controllo reciproco ⇒ se assecondato, l’alleato ci trascinerebbe dove non si vuole andare; viceversa, se svincolato, l’alleato potrebbe rivolgersi altrove, magari persino al nostro avversario, danneggiandoci ancora di più. 
Gli aspetti paradossali non mancano: il più evidente è forse che l’alleanza di stallo fa ben poco per la sicurezza o per la potenza dei suoi firmatari ⇒ le forze degli alleati non sono effettivamente aggregate, e di solito non esiste neppure un nemico comune, capace di svolgere una funzione catalizzatrice. Eppure, per quanto deluso, nessuno degli alleati pensa seriamente a recidere il legame che li unisce (il vincolo principale di una negoziazione di tipo coercitivo è, infatti, non rompere). 
Vediamo ora gli effetti dei 4 dilemmi: 
a. Dilemma della sicurezza delle alleanze: come nel caso dell’alleanza di aggregazione, anche nell’alleanza di stallo la simmetria è fonte del timore tanto di abbandono, quanto di intrappolamento. MA, mentre nel primo caso l’omogeneità modera il duplice timore, qui l’eterogeneità lo accentua. 
Ogni alleato è infatti consapevole dell’importanza dell’appoggio dell’altro. Ma, al tempo stesso, ciò che potrebbe avvantaggiare un alleato danneggerebbe l’altro ⇒ la prospettiva di abbandono è molto reale. 
D’altro canto, se, per evitare l’abbandono, gli alleati si avvicinassero troppo, il rimedio sarebbe peggiore del male ⇒ mai come in questo caso un legame troppo stretto può significare trovarsi a “togliere dal fuoco le castagne di altri”. 
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Qui il dilemma della sicurezza delle alleanze si fa sentire con tutto il suo peso e per tutti gli alleati. 
b. Dilemma del potere delle alleanze: eterogeneità e simmetria rendono tutti gli alleati particolarmente sensibili alla possibilità che uno di loro si rafforzi eccessivamente ⇒ è in questa alleanza che il problema dei guadagni relativi è particolarmente serio. 
c. Strategia verso il nemico: se le parti si pongono in modo diverso rispetto al nemico (o ai nemici) la fermezza di A con l’avversario può facilmente intrappolare B e predisporlo all’abbandono. 
d. Strategia dell’avversario: l’eterogeneità implica l’esistenza, in generale, di avversari diversi ⇒ l’aggressività dell’avversario del mio alleato mi “fa gioco”, perché mi permette di controllare l’alleato stesso. 

Tra i 4 tipi qui delineati, l’alleanza di stallo è quella che più probabilmente comporta risultati non intenzionali, attraversata com’è da spinte e da forze contrastanti. 
Molto simile ai pacta de contrahendo di cui parla Schroeder, tale tipologia di alleanza può essere associata a lunghi periodi di pace, poiché l’effetto da essa prodotto è la prevenzione di iniziative destabilizzanti dei loro membri più irrequieti. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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