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Introduzione alle “Storie” di Tucidide

Introduzione alle “Storie” di Tucidide 

Tucidide fa subito notare, nel I Libro, di avere iniziato in tempo alla raccolta dei suoi materiali d’indagine, appena allo scoppio delle ostilità tra i blocchi ateniese e spartano, comprendendo che la guerra avrebbe offuscato, per durata e ampiezza d’azioni, ogni impresa del passato. 
Nel 431 a.C., allo scoppio della guerra, l’autore doveva essere almeno trentenne. E su questa ipotesi si fonda la datazione di nascita, comunemente fissata negli anni intorno al 460 (seconda metà del V sec.), ad Atene, nell’età di Pericle. 
Fu tra gli strateghi della flotta ateniese in Tracia durante la guerra del Peloponneso, ma non giunse in tempo per evitare la presa di Anfipoli da parte dello spartano Brasida. Per questo errore fu esiliato per circa vent’anni, durante i quali girò la Grecia, raccogliendo materiali per la stesura dell’opera. 
L’anno e le cause della morte erano già in epoca classica fonti di leggenda. Colpì le fantasie l’opera rimasta imperfetta con l’ultimo libro che, privo di discorsi, parve un rude abbozzo, mentre il racconto, fermo all’anno 411, tradiva la premessa tucididea di esaurire tutta la materia dei 27 anni di guerra. Fiorì subito il mito della morte violenta e si moltiplicarono le ipotesi sui diversi autori che avrebbero messo mano non solo a pubblicare, ma anche a completare la fatica tucididea. 
Secondo lo storico Hoffmann, le Storie di Tucidide sono da considerarsi, anche nel XXI secolo, un “sempreverde” per le relazioni internazionali. Anche altri studiosi (come Gilpin e Waltz) fanno spesso riferimento a Tucidide, anche se non in modo approfondito. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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