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La politica di avvicinamento (get closer)

La politica di avvicinamento (get closer) 

La politica di avvicinamento (get closer) di Snyder sembra per Cesa più indicata laddove esiste il rischio di indebolimento dell’alleato piuttosto che quello di abbandono. 
Sul piano comportamentale, al timore di un eccessivo indebolimento dell’alleato si reagisce non tanto, o non solo, rinnovando l’impegno e offrendo nuovi incentivi all’alleato, ma appoggiandolo attivamente, in modo diretto, fornendogli cioè quell’aiuto che è necessario per tenerlo in piedi. 
− il timore di intrappolamento sottende sempre il rischio di una guerra non desiderata; 
− il timore di un eccessivo rafforzamento dell’alleato rimanda al pericolo di divenire tanto dipendenti nei suoi confronti da veder condizionata tutta la propria politica estera. 
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Se le alleanze fossero mere aggregazioni di potenza, ci si dovrebbe rallegrare del rafforzamento dell’alleato, in quanto ciò metterebbe tutti nelle condizioni di ottenere lo scopo comune con più facilità. 
MA, dal momento che le alleanze non si riducono ad una semplice unione delle forze in vista di un obiettivo comune, è sempre bene che il nostro alleato non sia mai in grado di emanciparsi da noi, poiché la sua emancipazione coincide con la fine della nostra influenza su di lui. 
Sul piano comportamentale, al timore di un eccessivo rafforzamento dell’alleato si risponde non solo prendendo le distanze, ma giungendo persino a ostacolarlo nei suoi piani. 
NB: il “dilemma della sicurezza” delle alleanze riguarda le intenzioni degli alleati, mentre il “dilemma del potere delle alleanze” deriva invece dai mezzi effettivamente a loro disposizione. 
Tutto ciò, poi, può essere messo in relazione con il dibattuto problema dei guadagni relativi, considerato dal neorealismo uno dei più importanti ostacoli strutturali alla collaborazione tra Stati in ambiente anarchico ⇒ uno Stato sarà persino disposto a rinunciare ad alcuni vantaggi che la cooperazione potrebbe offrire se questi possono essere ottenuti solo concedendo vantaggi ancora più grandi agli altri. 
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Le inquietudini legate ai guadagni relativi sono destinate a farsi sentire anche tra alleati. Il problema non è solo quello dell’alleato di oggi che può trasformarsi nell’avversario di domani, ma uno squilibrio nella distribuzione dei guadagni ha conseguenze immediate, che prescindono dall’ipotesi del rovesciamento delle alleanze: se l’unione con A permette a B di ottenere vantaggi più grandi di quelli ottenuti da A, ciò mette B in una posizione negoziale migliore rispetto all’alleato, una posizione che gli permetterà di sottrarsi al potere di A o di esercitare potere su di esso. 
Finora, Snyder ha trattato solo le relazioni tra alleati. MA essi si relazionano anche con i loro avversari: le interazioni tra alleati e quelle tra avversari sono strettamente correlate ⇒ le strategie dirette nei confronti degli alleati avranno effetti anche sui rapporti con l’avversario; e viceversa. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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