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Alleanze omogenee ed eterogenee

Lo spazio contrattuale tra gli alleati è ampio o ristretto? 
Questa domanda ci permette di distinguere tra alleanze omogenee ed eterogenee, andando a considerare lo spazio delimitato dai possibili accordi che entrambe le parti preferirebbero rispetto a non raggiungere nessun accordo. 
Le alleanze omogenee sono quelle nelle quali gli Stati obbediscono a costrizioni convergenti o rispondono ad opportunità tra loro compatibili ⇒ tale contesto predispone gli Stati a collaborare in un modo che promette di essere reciprocamente vantaggioso = gli Stati si trovano in un contesto situazionale tale per cui il ritiro dell’appoggio sarebbe dannoso per tutti. 
Per contro, le alleanze composte da Stati che obbediscono a costrizioni divergenti o rispondono a opportunità tra loro contraddittorie, verranno dette eterogenee ⇒ tale contesto scoraggia una stretta collaborazione, poiché essa minaccia, per almeno uno degli alleati, di essere controproducente o comunque svantaggiosa = il contesto situazionale nel quale gli Stati si collocano fa sì che sia proprio l’appoggio all’alleato la fonte di un possibile danno. 
La presenza di un nemico comune è il segno più sicuro dell’omogeneità di un’alleanza. Ma anche la presenza di nemici diversi, purché associata ad una situazione interattiva condivisa dagli alleati, rende l’alleanza omogenea. 
Per contro, quando il nemico non è il medesimo, o i nemici diversi non sono in alcun modo condivisi, le parti saranno riluttanti a impegnarsi troppo in una causa che rischia di non essere la loro. 
TUTTAVIA, possiamo pensare ad alleanze omogenee ed eterogenee anche in assenza di un nemico chiaramente individuato. 
⇓ 
− Nelle alleanze omogenee esiste una forte causa comune che monopolizza l’attenzione degli alleati. 
− Nelle alleanze eterogenee, invece, la causa comune è meno definita, e coesiste con tutta una serie di cause particolari, quando non riveste persino un ruolo strumentale nei confronti di queste ultime. 

⇓ Il punto decisivo ai fini della distinzione tra alleanze omogenee ed eterogenee riguarda il legame tra la causa comune e le cause particolari: 
− Il requisito minimo per l’omogeneità è che gli alleati siano posti in modo tale da non costituire l’uno un intralcio per le cause particolari dell’altro, e che la causa comune non sia messa a repentaglio dalle varie cause particolari. 
− Quando l’alleanza è eterogenea, invece, qualcuno deve rinunciare alle proprie cause particolari se si vuole salvare un minimo di collaborazione ⇒ qui entrano in gioco, in modo molto evidente, i rapporti di forza. 

La distinzione tra alleanze omogenee ed eterogenee getta anzitutto ulteriore luce sul dilemma della sicurezza delle alleanze. Come osserva Snyder, quando gli alleati hanno un chiaro nemico comune (o nemici condivisi) l’abbandono è meno probabile; al tempo stesso, il rischio di essere intrappolato comporta costi più modesti, poiché esiste già una certa predisposizione a combattere. 
Ma quando gli alleati hanno nemici diversi o motivi di attrito differenti con lo stesso nemico, il dilemma torna a farsi sentire, poiché tanto la probabilità di abbandono quanto i costi di intrappolamento aumentano. 
Possiamo anche aggiungere qualcosa di più preciso sugli effetti che l’atteggiamento adottato con il nemico avrà sull’alleato: la fermezza con l’avversario ha maggiori probabilità di risolversi nell’intrappolamento o nell’abbandono soprattutto nelle alleanze eterogenee. Viceversa, in quelle omogenee, tali rischi sono minori. 
Inoltre, l’omogeneità e l’eterogeneità delle alleanze si ripercuotono sul dilemma del potere, spingendo le parti a preferire una delle sue implicazioni. In generale, come si è visto, prevale la tendenza a temere un eccessivo rafforzamento dell’alleato. 
Tuttavia, nelle alleanze omogenee tale logica competitiva è in certa misura attenuata dalla somiglianza della posizione che gli alleati hanno nei confronti del mondo esterno. 
Nelle alleanze eterogenee, invece, prevalgono gli imperativi dettati dalla competizione tra le parti, e la preoccupazione di un eccessivo rafforzamento dell’alleato si farà sentire in modo più accentuato. 
Soffermarsi sul carattere omogeneo o eterogeneo di un’alleanza permette, infine, di capire anche il tipo di contrattazione che si svolgerà al suo interno. Più esattamente: 
− nelle alleanze omogenee si assiste ad una contrattazione di tipo accomodativo = situazioni nelle quali gli interessi in comune sono giudicati dalle parti più importanti di quelli in conflitto ⇒ il vincolo che condiziona le mosse degli alleati è il tentativo che comunque ognuno fa di pagare il costo più basso possibile in termini di concessioni 
− nelle alleanze eterogenee è più frequente una contrattazione di tipo coercitivo = gli interessi in conflitto sono valutati tanto importanti quanto quelli in comune, o persino più importanti ⇒ ognuno tende ad imporre la propria volontà all’altro, anche se entrambi preferiscono un qualche accordo alla rottura ⇒ il vincolo che condiziona le mosse degli alleati è evitare di rompere l’alleanza. 

Riassumendo, 
tipo di contrattazione

ACCOMODATIVA
Obiettivo
Compromesso
Vincolo
Minimizzare i costi

COERCITIVA
Obiettivo
Vincere
Vincolo
Non rompere 

Alcune delle differenze tra alleanze omogenee ed eterogenee possono essere evidenziate con l’ausilio di semplici matrici mutuate dalla teoria dei giochi. 
Per esempio, immaginiamo 2 alleati, ognuno dei quali deve scegliere tra 2 strategie, NORD e SUD. 

ALLEANZA OMOGENEA 
Le parti valutano più di ogni altra cosa una loro azione congiunta. 
In questo gioco, vi sono 2 punti di equilibrio, che corrispondono all’adozione della medesima strategia da parte dei 2 attori [(NORD, NORD) e (SUD, SUD)]. 
La situazione così schematizzata è un dilemma delle avversioni comuni = i 2 giocatori vogliono evitare un certo risultato – nel nostro caso ben 2 – in presenza di più punti di equilibrio. 

ALLEANZA ETEROGENEA 
Se gli alleati scelgono la medesima strategia, uno ottiene il miglior risultato possibile e l’altro il peggiore. 
⇓ 
L’esito più soddisfacente dal punto di vista del singolo giocatore viene raggiunto spingendo o trascinando l’altro dove questi non vorrebbe ⇒ la strategia più vantaggiosa per l’uno è la meno vantaggiosa per l’altro. 
In questo gioco, esiste solo un punto di equilibrio, (NORD, SUD); tale equilibrio, raggiunto evitando di muoversi insieme, non permette a nessuno dei 2 di ottenere il risultato migliore possibile – ulteriore illustrazione delle difficoltà insite in questa alleanza e dell’impedimento reciproco che gli alleati si arrecano. 

Il primo gioco non presenta semplicemente un problema di coordinamento, ma anche uno distributivo: ognuna delle parti preferisce un punto di equilibrio all’altro. 
S. D. Krasner ha richiamato l’attenzione sull’importanza del potere nel determinare l’esito di simili interazioni ⇒ se una parte riesce, grazie alle sue superiori risorse, a modificare in modo adeguato la struttura delle preferenze dell’altra, quest’ultima sarà spinta a prestare la propria conformità. 

ALLEANZA OMOGENEA CON PAYOFF ALTERATO 
Se il giocatore A è capace di ridurre il payoff che il giocatore B si aspetta di ricevere in caso di convergenza su (SUD, SUD), quest’ultimo sarà indotto a spostarsi su (NORD, NORD), che diventa l’unico punto di equilibrio.
ALLEANZA ETEROGENEA CON PAYOFF ALTERATO 
Se il giocatore A è capace di ridurre il payoff che il giocatore B si aspetta di ricevere in (NORD, SUD), quest’ultimo sarà indotto a spostarsi su (NORD, NORD), che diventa il nuovo punto di equilibrio.

In entrambi i casi, l’alleato più debole finisce col seguire l’alleato più forte, ma, mentre nell’alleanza omogenea ciò gli permette comunque di riportare vantaggi apprezzabili, nell’alleanza eterogenea si tratta semplicemente di un male minore. 
Incrociando queste 2 classificazioni di base, si ottengono 4 tipi di alleanza, ognuno dei quali è caratterizzato da certi tratti essenziali:

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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