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Lago della bilancia (balancer)

Tuttavia, nel sistema può esserci un terzo elemento, l’ago della bilancia (balancer): il suo unico obiettivo all’interno del sistema è il mantenimento dell’equilibrio, indipendentemente dalle concrete politiche che questo favorirà ⇒ egli metterà sempre il suo peso nel piatto apparentemente più leggero. MA poiché questo sostegno è sempre incerto e si sposta da una parte all’altra a seconda dei movimenti dell’equilibrio, le sue politiche ne risentono e sono soggette a condanne morali (come è successo al più grande balancer di tutti i tempi, l’Inghilterra). 
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Il balancer si trova in una posizione di “splendido isolamento” = esso è isolato per sua scelta, poiché, mentre i 2 piatti della bilancia devono competere l’uno con l’altro, esso deve rifiutarsi di stringere un legame permanente con ciascuno di essi. 
L’ago della bilancia può usare la sua potenza in 3 diversi modi: 
1. può porre determinate condizioni alla sua unione con uno Stato o con un’alleanza qualsiasi per mantenere o ristabilire l’equilibrio; 
2. può far dipendere il suo sostegno agli accordi di pace da analoghe considerazioni; 
3. può fare in modo che gli obiettivi della sua politica, a parte il mantenimento dell’equilibrio, vengano realizzati nel corso del processo di bilanciamento. 

Finora si è parlato dell’equilibrio di potenza come se fosse un singolo sistema comprendente tutti gli Stati attivamente impegnati nella politica internazionale. Un’osservazione più attenta tuttavia rivela che un tale sistema è spesso composto di un certo numero di sottosistemi interrelati tra loro, ma che mantengono, al loro interno, un proprio equilibrio. 
Il tipo di relazione tra i diversi sistemi è in genere di subordinazione = uno domina a causa del suo peso relativamente grande accumulato sui suoi piatti, mentre gli altri dipendono, per così dire, dal sistema principale ⇒ tanto più un equilibrio di potenza locale è intimamente legato a quello dominante, tanto meno avrà l’opportunità di operare autonomamente e tanto più tenderà a diventare esclusivamente una manifestazione locale dell’equilibrio dominante. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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