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Realismo e liberalismo istituzionale a confronto

Realismo e liberalismo istituzionale a confronto 

Realismo
Gli Stati sono i principali attori negli affari internazionali. 
Il sistema internazionale penalizza severamente gli Stati, se essi non proteggono i loro interessi o se essi perseguono obiettivi superiori alle loro capacità ⇒ gli Stati sono sensibili ai costi e agiscono come agenti razionali unitari. 
L’anarchia internazionale è la principale forza che modella le motivazioni e le azioni degli Stati. 
Gli Stati in anarchia si preoccupano del potere e della sicurezza, sono naturalmente predisposti al conflitto e alla competizione, e spesso non riescono a cooperare neanche qualora ci siano molti interessi in comune.
Le istituzioni internazionali influenzano la prospettiva di cooperazione solo marginalmente.

Liberalismo istituzionale
I nuovi attori nella politica mondiale sono agenzie internazionali specializzate e i loro esperti tecnici (per i funzionalisti); unioni del lavoro, partiti politici, burocrazie sovranazionali (per i neofunzionalisti); le corporazioni multinazionali e le coalizioni transnazionali (per la scuola dell’interdipendenza). 
Gli Stati moderni sono sempre più caratterizzati da “molteplici canali d’accesso” che indeboliscono il controllo che i decision maker hanno sulla politica estera. 
Gli Stati si preoccupano di meno del potere e della sicurezza. Infatti, le armi nucleari e la mobilitazione nazionale hanno reso la guerra eccessivamente costosa. Inoltre, i contatti economici internazionali hanno reso gli Stati interdipendenti per il raggiungimento di obiettivi nazionali, quali la crescita e la stabilità dei prezzi. 
Come conseguenza del punto precedente, gli Stati vedono gli altri non più come nemici, ma come partner necessari per assicurare un maggior benessere interno.
In un mondo in cui molteplici problematiche sono tra loro connesse e in cui le coalizioni si formano a livello transnazionale, il ruolo potenziale delle istituzioni internazionali nelle trattative politiche è decisamente aumentato.

Le tensioni internazionali e i conflitti durante gli anni ’70 hanno messo a dura prova gli assunti liberale e, secondo Grieco, riconfermato la maggiore validità degli assunti realisti: gli Stati sono rimasti attori autonomi nel modellare i loro obiettivi di politica estera; l’uso della forza venne dimostrato essere un elemento costante e pervasivo della politica internazionale. 
TUTTAVIA, quel decennio critico non ha visto il collasso del sistema internazionale, come era successo negli anni ’30, il che ha portato ad una nuova formulazione del liberalismo istituzionale negli anni ’80. 
Caratteristica principale di questo nuovo filone teorico è che esso accetta buona parte degli assunti realisti, compreso quello secondo cui l’anarchia impedisce il raggiungimento della cooperazione internazionale. Però, a differenza dei realisti, i nuovi istituzionalisti liberali affermano che, nonostante l’anarchia, gli Stati possono comunque collaborare tra loro, soprattutto con l’aiuto delle istituzioni internazionali. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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