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The Sources of Soviet Conduct di Kennan

Nel saggio The Sources of Soviet Conduct, G. Kennan analizza la “personalità politica” dell’Unione Sovietica. Essa, secondo l’autore, è il prodotto di 
− ideologia, ereditata dagli attuali leader dal movimento dove ebbero la loro origine politica; 
− circostanze di potere, che hanno interessato la Russia per 3 decenni. 

Le caratteristiche principali del pensiero comunista, così come esiste dal 1916, possono essere riassunte come segue: 
1. il fattore centrale della vita dell’uomo, quello che determina il carattere della vita pubblica e la “fisionomia” della società è il sistema di produzione; 
2. il sistema capitalistico è un sistema assolutamente negativo, che porta inevitabilmente allo sfruttamento della classe operaia; 
3. il capitalismo contiene in sé i semi della sua stessa distruzione ⇒ bisogna trasferire, attraverso una rivoluzione, il potere alla classe operaia; 
4. l’imperialismo, la fase finale del capitalismo, porta direttamente alla guerra e alla rivoluzione. 

Infine, per completare il tutto, bastano le parole di Lenin: la vittoria del socialismo avverrà in pochi o un solo paese capitalista. Il proletariato vittorioso di quel paese emergerà contro il resto del mondo capitalista. 
Secondo Kennan, la ricerca di una illimitata autorità dal punto di vista interno (enfatizzata dalla costituzione da parte di Stalin, a partire dal 1924, degli “organi di soppressione” – l’esercito e la polizia segreta), accompagnata dalla coltivazione del semi-mito della perenne ostilità estera (e soprattutto dell’innato antagonismo tra socialismo e capitalismo), hanno in un certo senso contribuito a forgiare l’attuale macchina del potere sovietico. La sua sicurezza dipende dalla disciplina ferrea del partito, dalla severità ed ubiquità della polizia segreta e dal monopolio economico dello Stato ⇒ la politica estera di uno Stato è in primo luogo un riflesso del suo regime interno. Kennan è sicuramente un realista, MA con questa affermazione non si concilia con la tradizione realista, che, di solito, non considera determinante per il comportamento degli Stati la natura del loro regime interno. 
Inoltre, dal mito della perenne lotta tra socialismo e capitalismo deriva che, da parte sovietica, non ci sarà mai alcuna dichiarazione di comunione di intenti tra l’Unione Sovietica e le potenze considerate capitaliste ⇒ da qui la condotta che il Cremlino ha degli affari esteri: la segretezza, la mancanza di franchezza, il doppiogiochismo, il sospetto e una sorta di inimicizia di fondo. 
Queste caratteristiche della politica sovietica, secondo Kennan, sono intrinseche nella natura del potere sovietico, e resteranno tali finché non cambierà la natura interna del potere sovietico ⇒ questo significa che, per molto tempo ancora, sarà difficile trattare con la Russia. Essa, 
− da un lato, è più sensibile ad una forza contraria, più pronta a cedere sul piano individuale della diplomazia quando tale forza è sentita essere particolarmente forte; 
− dall’altro lato, non è semplice sconfiggerla o distruggerla per mezzo di una singola vittoria da parte dei suoi oppositori. 

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Secondo Kennan, la pressione sovietica può essere contenuta attraverso una controforza in vari punti, geografici e politici, in base alle manovre effettuate, di volta in volta, dalla politica Sovietica. 
In futuro, dunque, gli USA devono continuare a vedere l’Unione Sovietica come un nemico, non come un partner, nell’arena politica. Dovranno dunque adottare una politica di fermo contenimento ogni volta che i sovietici minacciano la pace e la stabilità del mondo.

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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