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La seconda metà degli anni Novanta: le leggi Bassanini (su problema semplificazione)


Le leggi Bassanini (59/97, 127/97, 191/98 e 50/99) hanno come obbiettivo primario la riforma dell’apparato amministrativo attraverso: semplificazione di leggi, norme, procedimenti amministrativi e del linguaggio; attuazione del decentramento amministrativo (sussidiarietà); sviluppo dell’informatizzazione e adozione di strumenti telematici, nonché nuove regole per la dirigenza e per il lavoro pubblico.

Esse hanno due principali punti a favore:
- da un lato legittimano e promuovono l’uso di nuovi strumenti (es. strumenti telematici), nuove modalità organizzative (es. sportello unico per le imprese) per facilitare il rapporto tra cittadino e istituzione
- dall’altro lato, affermano e legittimano una nuova cultura della relazione
Le leggi Bassanini nascono dal riconoscimento delle difficoltà quotidiane che il cittadino deve affrontare nei rapporti con la P.A.; capovolgono la prospettiva con cui le P.A. si relazionano ai cittadini.
Per esempio sono state introdotte le autocertificazioni in quanto ogni cittadino è degno di fiducia e può autocertificare certi dati; non è il cittadino che deve andare da un’amministrazione all’altra per raccogliere timbri, certificazioni ecc, ma sono le amministrazioni che devono dialogare tre loro e scambiarsi dati e informazioni.

Tratto da TEORIA E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICA di Priscilla Cavalieri
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