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Esame morfofunzionale e strutturale


L’esame morfofunzionale posturale è un esame obiettivo molto importante per determinare se il soggetto assuma una postura scorretta con relativi atteggiamenti di compenso e quale sia l’eventuale programma da dover sottoscrivere e quindi somministrare.

Grazie all’intervento delle varie tecnologie, ai tempi di oggi è possibile poter verificare degli esami ben precisi e accurati che ci danno delle informazioni sul piano tridimensionale sia in posizione statica che dinamica. Infatti le informazioni relative alla postura assunta durante un qualsiasi movimento ci sono state permesse per mezzo dell’utilizzo di telecamere ad infrarossi collegate ad un computer, ma ciò non sostituisce l’importanza anche di esami strumentali quali RX-TC-RM.

Gli esami morfofunzionali convenzionati dal metodo C.A.M.O., danno solo delle valutazioni in base all’aspetto estetico del soggetto, ma è proprio per mezzo di ciò che si riescono anche ad evidenziare delle ipotetiche rigidità, gibbi, ipotonie, disequilibri, conseguenza di disordini o scompensi ma anche di patologie scheletriche.

Gli strumenti più importanti per poter eseguire un esame sono:
• Filo a piombo o linea di barrè;
• Matita dermografica;
• Righello millimetrico;
• Goniometro;
• Scheda preimpostata per la registrazione dei dati;
• Computer per l’elaborazione e la schedatura dei dati e delle immagini;
• Podoscopio;
• Scoliosometro;
• Inclinometro d’Osualdo per:
- Misurazione del gibbo durante il test di Adams;
- Misurazione dell’angolo di Cobb sulle radiografie.

L’esame obiettivo viene eseguito con il soggetto in posizione anatomica e con i soli slip, cui viene chiesto al soggetto di fissare un punto dinnanzi a se, tenere il peso corporeo ben distribuito tra i due arti inferiori, tenere le braccia lungo i fianchi e i piedi con le punte divergenti.

Si inizia ad osservare così l’appoggio plantare e del retropiede, la posizione delle ginocchia, delle rotule, delle anche, del bacino, del rachide, delle scapole, delle spalle e del capo.

Ovviamente per poter risalire ad eventuali scompensi, atteggiamenti errati ecc., e quindi poter trascrivere i dati ricavati ed esporre una eventuale patologi, ci si serve di un modello di riferimento su cui poter far capo.

L’analisi sul piano frontale-visione posteriore => la linea di Barrè deve passare per:
• Protuberanza occipitale;
• Ultima vertebra del tratto cervicale;
• Processi spinosi;
• Sacro;
• Rima interglutea;
• Tra le ginocchia;
• Tra i calcagni.
Qualsiasi eventuale passaggio scorretto dell’asse di simmetria, evidenzia un atteggiamento del tronco verso destra o verso sinistra.

Sul piano frontale visione anteriore => le linee devono essere orizzontali al livello:
• Degli occhi (linea bi-pipillare);
• Del trago (linea bi-tragalica);
• Dell’acromion (linea bi-acromiale);
• Della parte terminale delle labbra (linea buccale);
• Dei capezzoli (linea bi-mamillare);
• Del processo stiloideo dell’ulna (linea bi-stiloidea);
• Della cintura pelvica, al livello delle spine iliache antero superiori SIAS)

Sul piano sagittale sagittale, il filo a piombo per una postura corretta deve passare per:
• Il lobo dell’orecchio (processo mastoideo);
• Il moncone della spalla (acromion della spalla);
• Attraverso la metà tronco;
• Il grande trocantere del femore;
• In posizione anteriore rispetto alla linea mediana del ginocchio;
• Leggermente in posizione anteriore rispetto al malleolo laterale.

L’esame specifico per la colonna prevede => sul piano frontale posteriore si segnano con la matita dermica:
• Le apofisi spinose a partire da C7 a L5 che corrisponde alla parte superiore del solco intergluteo;
• Al livello scapolare, il loro margine mediale e l’angolo inferiore;
• Le spine iliache postero superiori.

Sul piano sagittale se ne determina l’equilibrio e il baricentro del corpo, dove per coloro che hanno uno squilibrio in senso posteriore, per compensare a tale posizione tendono a spostare il capo in avanti con conseguente collo a cigno, iperlordosi lombare, addome prominente, spalle anteriorizzate, torace appiattito e piedi pronati.

Se invece si ha uno sbilanciamento del corpo in avanti, per compenso si ha una iperlordosi lombare, dorso piatto con una pendenza della ptosi addominale (addome prominente e verso il basso).

Le curve fisiologiche sul piano sagittale prevede che il filo di piombo in senso posteriore debba passare per le apofisi di C7-C8-S2 e la distanza tra il filo e la pelle deve essere di almeno 30 mm.

Per le curve lombari si calcola la distanza che intercorre tra la curvatura lordotica e il filo che nei parametri normali deve essere:
• 6-8 cm per il tratto cervicale;
• 4-6 cm per quello lombare.

Per le cifosi il calcolo avviene nella distanza che intercorre tra il capo e il filo o il muro, dove i parametri sono:
• Cifosi leggera < 5 cm;
• Cifosi moderata 5.1-8.0 cm;
• Cifosi grave > 8 cm.

La valutazione dell’assetto del bacino eè un esame morfofunzionale di fondamentale importanza per poter selezionare gli esercizi per il rinforzo della parete addominale e per poter determinare le posizioni di partenza di tutti gli esercizi.

Ci si serve dei puti di Huc per poter appunto constatare eventuali dismetrie al livello del bacino, e queste rette orizzontali sono localizzate al livello:
• SIPS, spina iliaca postero superiore;
• O, ombellico;
• SIAS, spina iliaca antero superiore.

Quando il bacino è in anteversione, allora le rette dell’ombelico e della spina iliaca postero superiore si troveranno riavvicinate e ciò è dovuto per uno squilibrio al livello dei muscoli antero-posteriore con un aumento del tono dei muscoli spinali lombari e dell’ileopsoas.

I principali muscoli anteversori sono:
• Anterioremente: ileopsoas, retto femorale, sartorio, tensore della fascia lata, adduttori.
• Posteriormente: i muscoli lombari.

Quando il bacino si trova in retroversione invece, le rette della spina iliaca antero superiore e posteriore si trovano ravvicinate, e ciò è dovuto da uno squilibrio della muscolatura anterioe e posteriore con un aumento del tono del grande gluteo, degli estensori della coscia e del reto addominale.

I principali muscoli retroversori sono:
• Anteriormente: retto addominale, trasverso, obliqui.
• Posteriormente: grande gluteo, bicipite femorale, semitendinoso, semimebranoso, gracle e adduttore.

Sul piano trasversale è possibile evidenziare l’avanzamento di un emibacino rispetto al suo controlaterale, e ciò è dovuto per una rotazione associata a scoliosi lombare o per il compenso di squilibri muscolari.

La rotazione del bacino sul piano frontale prevede l’innalzamento di una delle due spine iliache anterosuperiori che potebbe essere la conseguenza i una dismetria degli arti inferiori in lunghezza o per problematiche legamentose del bacino o dell’articolazione coxofemorale.

Tratto da TEORIA TECNICA DIDATTICA ATTIVITÀ MOTORIA di Vincenzo Sorgente
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