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Il test del dorso curvo


Il TEST DEL DORSO CURVO ci permette di poter valutare, la mobilità e l’eventuale rigidità del dorso e viene chiesto al soggetto di stare seduto mantenendo le braccia lungo i fianchi.
L’esaminatore porterà le scapole in adduzione con conseguente extrarotazione dell’omero e se il soggetto verifica una buona mobilità del tratto dorsale, allora la curva tenderà a scomparire.  
Altro test potrebbe essere quello di richiedere al soggetto di stare in posizione eretta, di flettere il busto in avanti e si abdurre le braccia spingendo il petto verso il suolo.
Il test manifesta una buona mobilità del tratto dorsale del rachide se la curva in tale movimento viene a scomparire.
Infine il soggetto si risolleva cercando di raddrizzarsi. Il test invece risulta essere positivo ogni qual volta che la curva cifosi dorsale permane durante il movimento, e quindi ciò è il risultato di rigidezza del rachide dorsale che si manifesta con il paziente che lamenta dolore su tale tratto.

Affinché si possa valutare la flessibilità del rachide e la relativa forza e elasticità muscolare i test che verranno somministrati saranno i seguenti:
1. Nella valutazione della flessibilità del rachide e dei muscoli ischiocrurali, il test può essere eseguito sia in posizione verticale che per terra, e viene chiesto al soggetto nel primo caso di portarsi su di uno scalino e di mantenere le ginocchia ben estese cercando di toccare con la punta delle dita delle mani gli alluci dei piedi. Il metodo di valutazione si ottiene misurando l’eventuale distanza che intercorre tra gli alluci e le punta delle dita della mano o tra queste ultime e il pavimento. Nel secondo caso invece, ovvero nella posizione da terra, il soggetto viene invitato sempre a mantenere le gambe ben estese con il piede a martello e a flettere il busto in modo tale da poter avvicinare le punta delle dita delle mani agli alluci dei piedi. Il metodo di valutazione rimane lo stesso del test precedente.

Se il soggetto non presenta alcun tipo di problematica, è apprezzabile un allungamento dei muscoli ischiocrurali che permettono al bacino di flettersi sulla coscia fino a raggiungere un angolo di circa 80°, con appiattimento del tratto lombare della colonna e un aumento della convessità toracica della colonna vertebrale.

2. Per la valutazione della forza dei muscoli estensori del dorso quali il grande dorsale, il quadrato dei lombi e il trapezio, il test prevede che il soggetto venga posto in posizione di decubito prono e di incrociare le mani dietro la schiena o dietro la nuca e di sollevare il tronco mentre l’esaminatore mantiene i piedi ben poggiati sul suolo. In questo caso il test risulta essere negativo ogni qual volta che il soggetto riesca a sollevare la nuca il processo xifodeo del torace a 10 cm. dal suolo.
• Una debolezza bilaterali dei muscoli del dorso si traduce con una cifosi lombare e un aumento della cifosi toracica.
• Una debolezza unilaterale dei muscoli del dorso si traduce con una curva laterale  convessa verso il lato debole.
• Una contrattura bilaterale si traduce in lordosi.
• Una contrattura unilaterale comporta ad una curvatura scliotica.

3. Per la valutazione della forza dei muscoli dell’addome,  il test prevede che il soggetto si porti in una posizione di decubito supino con gli arti inferiori che debbano formare un angolo di 90°con il bacino, cui ultimo si deve portare in retroversione. Il test prevede che si vada a calcolare l’angolo che si forma tra le gambe e la base di appoggio durante la discesa degli arti inferiori al suolo mantenendo sempre la retrovesione del bacimetro. La valutazione è sufficiene(angolo raggiunto 60°), buono (30°), normale se il soggetto mantiene la parte inferiore della schiena poggiata sul suolo durante l’abbassamento degli arti inferiori verso il suolo.

Con il termine si CORE si vuole intendere il centro della catena cinetica coxo-lombo-pelvico che trasmette tutti i movimenti agli arti superiori e inferiori.
Secondo quella che è la classificazione di Bergmarck i muscoli del core possono essere distinti in sistema muscolare locale e sistema muscolare globale.

I muscoli del sistema muscolare locale detto anche unità interna o sistema di supporto delle articolazioni, è formato dai muscoli:
• Trasverso addominale;
• Multifido;
• Obliqui interni;
• Diaframma;
• Muscoli del pavimento pelvico.

Mentre i muscoli del sistema muscolare globale, definito anche unità esterna sono:
• Retto addominale;
• Obliqui esterni;
• Erettori della colonna vertebrale;
• Quadrato dei lombi.

L’allenamento di tali muscoli è di fondamentale importanza per il riequilibrio posturale e per la salute della colonna vertebrale.

Il test che viene somministrato, prevede una serie di esercizi eseguito in modo successivo che avranno la durata complessiva di 3 minuti e vanno eseguiti con il soggetto in decubito prono poggiato sugli avambracci (posizione planck):
1. Mantenere la posizione planck per 60”;
2. Sollevare ed estenere il braccio destro mantenendolo parallelo al terreno per 15”;
3. Eseguirlo con il contro laterale;
4. Sollevare ed estendere la gamba destra mantenendolo parallela al suolo per 15”;
5. Eseguirlo con il contro laterale;
6. Sollevare ed esntedere la gamba sinistra e il braccio destro manendolo parallelo al terreno per 15”;
7. Eseguirlo con il contro laterale;
8. Ritornare alla posizione iniziale e mantenerla per 30”.

Tale test viene somministrato principalmente negli atleti per valutare la forza dei muscoli del core, ma in egual modo può essere utilizzato come parametri di valutazione per verificare il miglioramento degli stessi inseguito al continuo allenamento.

Tratto da TEORIA TECNICA DIDATTICA ATTIVITÀ MOTORIA di Vincenzo Sorgente
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