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Caratteristiche della sindrome prefrontale


disturbi dell’attenzione e della percezione (riduzione del livello di consapevolezza generale, distraibilità, disturbi del controllo dello sguardo e della concentrazione;
disturbi della motilità: mancanza di iniziativa, riduzione della motilità spontanea;
disturbi dell’affettività: disturbi della reattività emozionale, appiattimento affettivo, indifferenza, pseudoeuforia;
disturbi dell’integrazione temporale: memoria del fine da raggiungere, memoria del futuro, capacità di rispondere delle situazioni effettuando piani seriati diretti ad un fine sulla base di precedenti esperienze.
Le proiezioni dopaminergiche e mesocorticali interessano in modo quasi selettivo il lobo prefrontale.
Nel Parkinson l’apatia è un tratto clinico dominante e si osserva una disattivazione dopaminergica sia nigrostriatale che mesocorticale.
Il mediatore biochimico principale per i meccanismi di rinforzo del comportamento motivato è la dopamina. Le sostanze voluttuarie o di uso terapeutico che agiscono sull’apatia, hanno in comune l’attivazione diretta o indiretta del sistema dopaminergico (più e rapida e intensa l’attivazione del sistema dopaminergico maggiore è il rinforzo sull’assunzione della sostanza).
In assenza di disturbi psicopatologici (Asse I DSM IV) l’apatia può fare la sua comparsa transitoria a seguito di un periodo di stress intenso e prolungato, con significato di tipo adattivo e ricostruttivo (recupero funzionale). Come modalità esistenziale si confonde con la noia.

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