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Fattore di induzione al rifiuto del trattamento dello psicotico


Le dinamiche psichiche che sottendono il rifiuto assoluto o parziale del trattamento hanno un significato di difesa. I fattori che inducono il paziente a rifiutare il trattamento sono:
1) percezione di inadeguatezza dell’operatore: viene vissuto come incompetente, ostile, antipatico, o in modo tale da non poterne accettare le prescrizioni terapeutiche. Si tratta di pazienti con un buon livello culturale e buona capacità dialettica, che ingaggiano con l’operatore una disputa verbale sull’utilità della terapia;
2) negazione della sofferenza come malattia: è il tipico rifiuto dello status di malato; il paziente esprime un bisogno di aiuto legato ad un vissuto di sofferenza, ma nega la malattia come origine della sofferenza e rifiuta le procedure diagnostiche e terapeutiche;
3) angoscia della dipendenza: alcuni schizofrenici vivono con intensa paura la semplice possibilità di essere aiutati; sono pazienti con scarsa percezione della propria identità, molto suscettibili a sviluppare elevati livelli di ansia allorché gli operatori tentino di passare da una comunicazione asettica a un progetto di alleanza;
4) sensazione di abbandono: alcuni pazienti stabiliscono una relazione intensa, simil-simbiotica, con l’operatore di riferimento: allorché, per un qualsiasi motivo si interrompono o si dilazionano gli abituali contatti con l’operatore, essi esperiscono una forte delusione, rievocando vissuti di abbandono, per cui assumono un atteggiamento di rifiuto della terapia;
5) incapacità a tollerare una relazione: in alcuni pazienti, qualunque tipo di relazione interpersonale determina un effetto disorganizzante sul pensiero e sul comportamento. Si tratta di pazienti nei quali l’autismo, quale espressione di estrema difesa attiva, è la manifestazione clinica prevalente; quando si tenta insistentemente di forzare il “blocco”, si possono scatenare reazioni aggressive;
6) paura del cambiamento: cambiare è un’impresa ardua per tutti, per i pazienti psicotici è una minaccia drammatica. In una qualche fase del trattamento, quasi tutti i pazienti avvertono che, per effetto del trattamento stesso, si stanno verificando dei cambiamenti. Se questi vengono esperiti come distonici, minacciosi per la propria identità o fonte di malessere, il paziente esibisce il rifiuto del trattamento quale difesa dalla sensazione di destabilizzazione.

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