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La fenomenologia del rifiuto del trattamento dello psicotico


I correlati fenomenologici dell’atteggiamento del paziente nei confronti del trattamento sono rappresentati dalle seguenti situazioni:
- il paziente ha coscienza di malattia e sperimenta una sofferenza che egli stesso collega al disturbo mentale; è collaborante ed accetta il trattamento che gli viene proposto;
- il paziente non riconosce di essere affetto da un disturbo mentale; ha consapevolezza di avere problemi psicologici e relazionali e sperimenta una sofferenza legata a tali problemi; rifiuta le forme di trattamento che presuppongono l’esistenza di una malattia, cioè il ricovero e la terapia farmacologica, ed è portato ad accettare interventi terapeutici e di sostegno;
- il paziente non riconosce di avere un disturbo mentale e non sperimenta sensazioni di sofferenza, per cui rifiuta l’approccio a qualsiasi tipo di trattamento.
Esistono poi dei casi in cui il paziente subisce la terapia farmacologica con una sorta di rassegnazione, spesso dopo una fase di rifiuto, sotto l’effetto di una condizione psicologica di soggezione, derivante da pregresse esperienze di TSO o per sottrarsi ad una martellante campagna di persuasione, posta in atto dall’equipe di riferimento o da familiari.
Questi casi evolvono in due direzioni:
a) il paziente beneficia di un miglioramento oggettivo e soggettivo per effetto della terapia farmacologica e torna ad essere collaborante;
b) il paziente, pur mostrando una maggiore integrazione con la realtà, mantiene un atteggiamento di ostilità nei confronti degli operatori e dei familiari, non esperendo sensazioni di miglioramento psichico, sentendosi vittima di una prevaricazione incomprensibile.

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