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La sindrome di apatia schizofrenica


La psicopatologia fenomenologica pone al centro dell’essenza schizofrenica la perdita della capacità di costruire la realtà intersoggettiva (disturbo di intenzionalità). La realtà intersoggettiva nella quale viviamo deve essere concettualizzata nella mente e ciò può essere definito come “intenzionarsi”. L’intenzionalità, in questo significato di collegamento degli effetti e della capacità di indirizzarsi, consiste nella capacità di avere a disposizione la possibilità di percepire, muoversi, volere, pensare e agire. Questa disponibilità viene messa alla prova dalla necessità di raggiungere una comune costituzione di significato. L’intenzionarsi ha un significato di proiezione nel mondo degli altri e di avanzare in un progetto (ci si intenziona nel futuro).
La distorsione, la diminuzione e l’affievolimento dell’intenzionalità e il suo deflettersi nel mondo privato costituiscono l’apatia schizofrenica. Le tesi di Mundt muovono da una concezione del disturbo schizofrenico visto come una alterazione dell’intenzionalità e della capacità di indirizzarsi del soggetto nella costituzione di una realtà sociale condivisa. A questo dato primario si accompagna nella sindrome di Apatia Schizofrenica una tendenza a ritirarsi dal contatto con gli altri, rappresentando la liberazione dal doversi intenzionare.
I livelli di prestazione intenzionale:
livelli sensoriali (capacità di elaborare le informazioni sensoriali in una Gestalt, compromessi dai disturbi neuropsicologici),
livelli di rappresentazione della realtà nei simboli del linguaggio e del pensiero (es. perdita dell’ironia),
livelli dei significati e degli scopi complessi e globali della persona e dell’esistenza (compromissione dell’idea di sé nel futuro e nel mondo).

Forme cliniche della Sindrome Apatica Schizofrenica:
forma astenica: l’astenia e la rilassatezza sono il prezzo pagato per ottenere una relativa normalità, il disturbo dell’intenzionarsi è nell’allentamento degli investimenti e delle prestazioni intenzionali,
forma autistica: vivono intensamente attraverso le loro esperienze psichiche, con attribuzioni di significato in contesti privati non condivisi, con alleggerimento del doversi intenzionare grazie al rivolgersi al mondo privato,
forma amorfa: il disturbo si manifesta in relazione al grado di complessità che viene loro richiesto, a certi livelli di impegno i pazienti si tirano indietro, come se si rifuggiassero nella loro inadeguatezza.
Le 3 forme sono descritte come dimensioni: rappresentano la liberazione dal doversi intenzionare e forniscono un contributo per la stabilizzazione dei pazienti che raggiungono così un nuovo equilibrio di formazione affettiva.
L’apatia è legata ad un movimento difensivo costante che occulta, nega, rifiuta, contrappone o scinde l’evento e la risposta emotiva, con perdita dell’Io narrante. Ne risulta una narrazione privata e la drammatizzazione del mondo interno avviene per frammenti incompiuti.
La cancellazione e la ricompensa di ciò che si intende eliminare si organizzano in sintomi soggettivi un tempo denominati deficitari o produttivi:
il delirio come ricomparsa di un frammento che sotto forma di costruzione tenta di comunicare,
l’apatia come posizione di distacco e di disinteresse dai propri desideri.

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