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Effetti dell'economia sul potere di stato


Da un punto di vista empirico ci sono diversi casi in cui una prolungata prosperità ha alterato le relazioni di potere in favore delle forze democratiche come la Spagna di Franco.
Se consideriamo i regimi in via di democratizzazione o le democrazie consolidate non vi sono motivi teorici e prove empiriche che suffraghino la tesi secondo cui la crescita economica contribuisce all’erosione del regime. Una rivoluzione delle aspettative crescenti può creare nuove domande rivolte ai governi democratici ma non può minarne la ragione d’essere. Se un regime si basa sulla doppia legittimità delle procedure democratiche e dell’efficacia economica, la probabilità che una sostanziale alternativa di regime venga richiesta da un gruppo significativo della società si sono dimostrate empiricamente trascurabili.
Gravi problemi economici hanno effetti diversi su regimi democratici e non democratici. Ci sono buone ragioni teoriche che permettono di capire perché un forte declino economico avrà un effetto negativo sulla stabilità sia dei regimi democratici sia di quelli non democratici avendo su questi ultimi un impatto maggiore. I regimi non democratici sono spesso dipendenti dalle loro promesse di performance economica ma non sono sostenuti da rivendicazioni procedurali derivanti dal loro status democratico. Un regime democratico ha due fonti di isolamento per arginare gli effetti din un prolungato rallentamento economico, non disponibili in un regime non democratico: la rivendicazione di legittimità basata sulla sua origine e il fatto che le elezioni siano costantemente all’orizzonte e con esse la prospettiva di avviare un programma socioeconomico ed un governo alternativi senza che vi sia un mutamento di regime.
Se la situazione politica è tale da consentire una significativa percezione di alternative possibili, spesso un regime non democratico può continuare a governare in modo coercitivo. Tuttavia quando cresce la convinzione che altre alternative siano possibili, l’economia politica della legittimità e della coercizione cambia nettamente. Se la capacità coercitiva del regime non democratico non diminuisce allora l’economia politica dovuta ad una prolungata stagnazione può contribuire all’erosione del regime. Non sono i mutamenti economici ma quelli politici a dare inizio all’erosione del regime.
Anche il problema delle critiche al sistema è fondamentale per il destino delle democrazie. Il problema centrale delle democrazie è se i loro cittadini credono che in tali circostanze il governo democratico stia operando in modo credibile per superare i problemi economici. L’economia politica della legittimità produrrà per il consolidamento democratico problemi difficili da risolvere in quei casi in cui il sistema democratico è considerato incapace di predisporre un programma per superare la crisi economica.
Per riassumere: diversi anni di crescita negativa diminuiscono le probabilità di sopravvivenza sia di un regime non democratico che di uno democratico. Di conseguenza, a parità di altri fattori, il paese che presenta una crescita positiva ha maggiori probabilità di consolidare una democrazia rispetto ad un paese con una crescita negativa. Rispetto a un regime non democratico, un regime democratico è maggiormente protetto rispetto alle difficoltà economiche. Il problema della capacità di resistere alle difficoltà economiche da parte di un’aspirante democrazia dipende in larga misura dal grado di critiche di carattere non economico rivolte al sistema e dalle percezioni sia delle masse sia delle elite, circa la desiderabilità di altre alternative politiche.

Tratto da TRANSIZIONE E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO di Filippo Amelotti
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