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L’avvio della transizione


Dalle transizioni che hanno inizio con un’insurrezione della società civile, con una caduta improvvisa del regime non democratico, con una rivoluzione armata o con un colpo di stato di militari non gerarchici, scaturiscono situazioni in cui gli strumenti di governo saranno assunti da un governo provvisorio o ad interim. Non è così invece per le transizioni iniziate da gerarchie statali o dal regime.
I governi ad interim costituiscono situazioni altamente fluide e possono dar vita a esiti diametralmente opposti che dipendono da quali gruppi sono più potenti e dall’eventualità che le elezioni o riforme radicali siano considerate una priorità assoluta. Se il governo ad interim stabilisce rapidamente una data per le elezioni e governa come garante relativamente neutrale di tale elezioni ciò può rappresentare una strada rapida ed efficace verso una transizione democratica. Tuttavia se il governo ad interima afferma che la sua capacità di rovesciare il governo gli conferisce un legittimo mandato ad attuare cambiamenti radicali, ritenuti dallo stesso governo precondizioni per lo svolgimento di elezioni democratiche, il governo ad interim può dare inizio ad una dinamica pericolosa che potrebbe mettere a repentaglio la transizione democratica.
Le elezioni sono di vitale importanza, perché senza di esse non vi è alcun modo semplice di valutare se il governo ad interim effettivamente rappresenti o no la maggioranza. Senza elezioni, gli attori che non hanno avuto un ruolo centrale nell’eliminazione del vecchio regime avranno grandi difficoltà ad emergere e a sostenere un mandato democratico.
Con ogni probabilità le elezioni verranno tenute rapidamente nei casi di un collasso in cui i leader dei partiti democratici emergono quasi immediatamente come nucleo centrale del governo ad interim in cui i leader della società civile ne costituiscono parimenti il nucleo centrale. Tuttavia i governi ad interim originano una situazione che li allontana da una competizione pienamente libera. Rivendicando una legittimità rivoluzionaria il governo provvisorio può sostituire elezioni multipartitiche con plebisciti occasionali o referendum. Un governo provvisorio che nasce da un colpo di stato attuato da militari non gerarchici può dare inizio a una situazione esplosiva perché potrebbe scatenare una lotta interna all’apparato statale i cui esiti possono andare dalla massiccia repressione statale alla rivoluzione. In un conflitto simile l’esito meno probabile è la creazione di una democrazia procedurale.
Le possibilità che emerga un governo ad interim è quasi totalmente assente quando il regime controlla il trasferimento dei poteri di governo sino al momento in cui non siano le elezioni a decidere chi dovrebbe governare. I trasferimenti controllati dal regime possono posizionarsi lungo un continuum che va da trasferimenti democraticamente sleali a trasferimenti leali. Nel primo il regime uscente cerca di porre stertti vincoli al nuovo governo eletto democraticamente piazzando sostenitori del regime non democratico in posizioni statali chiave e rivendicando con successo il mantenimento di molte prerogative non democratiche. Un trasferimento sleale vi sarà quando i leader del regime uscente non democratico sono riluttanti a trasferire il potere alle istituzioni democratiche.

Tratto da TRANSIZIONE E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO di Filippo Amelotti
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