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Il mito di Ulisse in Ezra Pound e James Joyce

Ezra Pound- I Cantos

I Cantos sono un rifacimento novecentesco dell’Odissea omerica, un poema in 117 canti; i primi 30 composti negli anni 1912-1929.
Sono una sorta di traduzione mediata dalla cinquecentesca versione latina di Andrea Divo. Proprio con la “traduzione” del canto XI del poema omerico Ezra Pound, lo scrittore americano che è personaggio così centrale della modernità, fa iniziare la sua opera più ambiziosa, i Cantos.
Il più magmatico, astruso, eccitante poema “epico” del nostro secolo si apre con il viaggio all’Ade. L’ombra della morte, quindi, non solo ritorna, ma fa da protasi a tutti gli eventi narrati dalla poesia, come se per intraprendere il cammino di esplorazione occorresse comunque avere in primo luogo esperienza del mondo estremo. L’operazione di Pound, però, è significativa anche da un altro punto di vista, e cioè come ripresa di un passo omerico attraverso versioni e rifacimenti di epoche successive, come concrezione di sedimenti poetici, come ombra letteraria che il canto XI dell’Odissea proietta nel tempo. Essa è dunque il segno di una tradizione mai spenta, di una continuità così profonda fra le rive del canto, della morte e della vita, che la poesia occidentale la sente come ineludibile.

James Joyce- Ulysses, 1922

Nel secolo appena concluso, le peregrinazioni di Ulisse sono state accostate a quelle d'Israele; il dublinese Leopold Bloom è un ebreo, greco, irlandese di lingua inglese, ossia un nessuno, come si definisce Ulisse, o, meglio, una sorta di ebreo errante senza patria nell'arcipelago. Nel XX secolo avviene, secondo alcuni, una sorta di "giudeizzazione" del mito di Ulisse.
Ulysses è uno dei libri fondamentali della letteratura moderna. Nacque dall'intento di far rivivere ironicamente le peregrinazioni dell'Ulisse omerico in una sola giornata della vita di Leopold Bloom, ebreo irlandese. Il romanzo vuole essere una summa di tutti gli aspetti dell'uomo moderno e dei suoi rapporti con la società. Il romanzo, che si svolge in una sola giornata (il 16 giugno 1904) ed è ambientato a Dublino, è articolato in modo da ricalcare nella struttura l'Odissea di Omero. Ciascun capitolo corrisponde ad un canto dell'Odissea, ed è scritto usando ogni volta una tecnica narrativa diversa.
È anche possibile identificare corrispondenze tra i personaggi dell'Odissea e quelli dell'Ulisse: Ulisse è Leopold Bloom; Penelope è la sua sposa, Molly Bloom; il ruolo di Telemaco è assunto da Stephen Dedalus.
All’inizio del Novecento, Leopold Bloom reincarna l’Ulisse del passato e prefigura quelli del futuro, sogna un viaggio nel reale e oltre la realtà, diretto- culturalmente ed esistenzialmente-  alle sue e alle nostre radici, e che muove, ontologicamente, verso il nulla (la morte) e la pienezza (le stelle, la rigenerazione, il ritorno); verso l’entità di Ognuno e la non entità di Nessuno; verso l’estraniamento e la bellezza suprema.

Tratto da ULISSE E IL VIAGGIO di Livia Satriano
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