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"Filosofia dell'aritmetica" e logica di Husserl



Aritmetica e logica: il primo scritto di Husserl Filosofia dell’aritmetica è dedicato a Brentano dal quale riprende il concetto di intenzionalità. Husserl esamina la genesi del concetto di numero: egli sostiene che la mente dirige intenzionalmente la sua attenzione su un aggregato di oggetti (tipo un insieme di mele) e a partire da ciò essa trae per astrazione il concetto generale di aggregato, inteso come collegamento di una molteplicità di elementi. Da questa molteplicità egli successivamente ricava l’unità di ogni elemento e perviene al concetto di numero. Nonostante Husserl dia assoluta autonomia ai numeri come forme generali, che strutturano la conoscenza di un soggetto; ma rimane ancora legato allo psicologismo nella descrizione di queste strutture e dei loro meccanismi. Per questo motivo Husserl vuole distaccarsi completamente dalla psicologismo riconoscendo allo stesso tempo che logica non è un insieme di regole formali utili per compiere ragionamenti corretti, ma ha anche a che fare on il significato dei concetti. Per questo motivo si pone il problema della relazione tra logica  e psicologia nelle Ricerche logiche. Egli capisce che le leggi che desrivono i processi psicologici sono generalizzazioni che partono dall’esperienza pertanto non hanno validità oggettiva e necessaria.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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