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"Quarto potere". Fiasco di Susan e licenziamento di Leland



Kane si sposa con Susan e decide di farne una cantante d’opera, sebbene la ragazza dimostri don possedere le capacità per intraprendere quella carriera. A questo punto abbiamo uno stesso episodio raccontato da due punti di vista diversi: la prima di Susan al grande teatro d’opera che il marito ha fatto costruire appositamente per lei. Nell’esibizione di Susan raccontata dal punto di vista di Leland, la macchina da presa si alza verso l’alto e possiamo ammirare alcuni dettagli del dietro le quinte, come ad esempio i tecnici che si “turano” il naso in segno di disprezzo.
Una volta terminata la rappresentazione, si passa all’interno della redazione dell’Inquirer, dove Leland, che è stato nominato critico teatrale, dovrebbe scrivere un articolo sullo spettacolo che ha appena visto. In redazione entrano Kane e Bernstein e vedono Leland addormentato, con la testa appoggiata sulla macchina da scrivere, con in mano un bicchiere e una grossa bottiglia al suo fianco. Leland non ha terminato di scrivere il suo pezzo; Kane lo legge, ride nervosamente e decide di concluderlo lui stesso, mantenendone il tono fortemente critico nei confronti di Susan. Quando Leland finalmente si risveglia, vediamo un Kane molto piccolo, mentre termina la recensione ed è posto sul lato destro del quadro. Leland è posto invece a sinistra e avvolto nell’ombra: una volta svegliatosi, passerà gradualmente ad essere illuminato dalla luce. Questo passaggio dal buio alla luce segna il definitivo distacco tra Kane e Leland: Kane è deciso a mantenere sul giornale la pesante stroncatura verso Susan firmata da Leland e al contempo decide di licenziare il suo vecchio amico e fidato collaboratore. A questo punto grazie ad una dissolvenza torniamo al presente e a Leland invecchiato nella sua casa di riposo, mentre chiacchiera con Thompson e sempre in preda alla smania per avere un sigaro da fumare. A questo punto Thompson si congeda da Leland ed è deciso a tentare una nuova intervista a Susan Alexander.

Tratto da "QUARTO POTERE" E IL CINEMA DI WELLES di Marco Vincenzo Valerio
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