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Codice Ritsuryo


Durante questo arco di tempo, venne completato il codice Ritsuryo, diviso in leggi penali Ritsu e amministrative Ryo. È stato emanato nel 702 e prevedeva il definitivo superamento della realtà̀ Uji.

Prevedeva infatti che l'unica distinzione che vi fosse, fosse quella tra sudditi chiamati Komin e Imperatore. I sudditi venivano distinti in liberi ovvero Ryomin e non liberi ovvero Senmin. Questa struttura venne ripresa dal modello cinese, ma anche qui non venne totalmente copiata in quanto venne rivisitata, ad esempio, mentre in Cina l'accesso alle cariche della burocrazia avvenivano tramite un sistema di esami imperiali, in Giappone questo non accadeva perché ciò̀ avrebbe permesso l'entrata a corte anche di gente dei bassi ceti. Quindi si mantenne una linea di tipo ereditario.

Quando la capitale venne trasferita a Nara, questa si estendeva su un territorio di circa 20 km quadrati ed era prossima alle vie di comunicazione. Il sovrano fece costruire il grande Buddha del Todaiji, in modo che proteggesse l'intera capitale, e inoltre donò ad ogni provincia un pezzo di terreno dove costruire un tempio con scopo sempre protettivo. Sempre in questo periodo vennero ultimate le due opere, il Kojiki e il Nihon Shoki, opere che esaltavano e glorificano il passato. Inoltre il sostegno che sino adesso la corte aveva dato al buddismo aveva fatto sì che il clero buddista acquisisse un potere che andava oltre quello spirituale.

Questo stretto legame tra la religione e la sfera politica è esemplificato da un episodio che avvenne a corte e che vide come protagonista l’imperatrice Koken e il monaco Dokyo. Questa imperatrice, non appena salì al trono fu subito guidata da 2 ministri della famiglia Fujiwara, sino a quando si ritirò a vita monastica. La fiducia riposta in Dokyo, un monaco buddista che pensava l'avesse guarita, fece sì che questo ottenesse diversi titoli e privilegi, grazie ai quali il monaco assunse sempre più̀ potere. Proprio per questo l'imperatore che aveva sostituito Koken cercò di attaccarlo ma questo riuscì a salvarsi. Alla notizia di ciò, l’imperatrice tornò in carica con l'appellativo di Shotoku e nomina Dokyo gran ministro e Hō. In realtà̀ il monaco non avrebbe mai potuto accedere al trono in quanto suddito, infatti la sua scomparsa dalla scena politica si ebbe a seguito della morte di Shotoku.

A seguito di questo episodio i rapporti con la religione vennero ripristinati cercando di equilibrarli. Due provvedimenti vennero presi riguardo al sistema fiscale infatti innanzitutto le terre bonificate passarono sotto il controllo privato e questo possesso sarebbe durato per 3 generazioni e non era perpetuo. Così i nobili e le istituzioni religiosi iniziarono ad espandere i propri terreni e a risentirne fu il governo centrale a causa delle riduzioni delle entrate (essendo proprietà̀ privata infatti non veniva riscossa alcuna tassa) inoltre venne levato il servizio di leva obbligatorio e sostituito con delle milizie locali, i Kondei. Nel 794 la capitale, a seguito di alcuni drammatici eventi, venne spostata a Heyankyo, la capitale della pace, dando così avvio al periodo Heian.

Tratto da STORIA DEL GIAPPONE di Veronica Vismara
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