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IL LAVORO DI SISTEMARIZZAZIONE


Questo lavoro di sistematizzazione è stato fatto da un consistente numero di addetti ai lavori i quali hanno operato per lo più entro università e nel chiuso dei loro studi cioè in una condizione di relativa distanza da influenze e dibattito pubblico, lo studioso elaborava quindi la prospettiva teorica prestando attenzione ai criteri accademici ossia la COERENZA interna della posizione, la SOSTENIBILITÀ empirica delle premesse e la CORRETTEZZA dei riferimenti storici. L'uscita dell'enciclopedia nel 1995 ha chiuso sostanzialmente la fase accademica della bioetica, l'annuncio della nascita della pecora Dolly, quindi un fatto esterno alla disciplina stessa, implica la nascita della 3° fase nel febbraio del 1997.

Al di là delle forti reazioni emotive , una conseguenza del trambusto suscitato dal fatto è stata la nuova rilevanza pubblica assunta dalla bioetica la quale improvvisamente si è trovata al centro dell'attenzione mediatica. Quel che prima veniva fatto in maniera sommersa e nascosta è diventato di dominio pubblico, eccoci nella fase che chiamiamo rivoluzione bioetica. Di fatto, da allora, da Dolly, la bioetica è entrata anche nell'agenda dei media e occupa le pagine dei quotidiani e dei vari media in generale, il biotici sta è chiamato dunque ora ad assumere il ruolo di pubblico declamatore, non scrive più solo per studenti e colleghi ma anche per persone non addette ai lavori, che non hanno quel tipo di cultura e non hanno tempo, su cui bisogna fare colpo con immagini gratificanti e allettanti, poche parole e slogan azzeccati, alla logica si sostituisce la metafora.

I media sono caratterizzati in particolare dai seguenti aspetti:

Forte concentrazione nella produzione.

Ampia diffusione tra il pubblico a diversi livelli sociali nonché una forte penetrazione sociale.

Richiedono messaggi semplificati capaci di fissarsi nella memoria dei riceventi.

L'influenza esercitata è particolarmente profonda in quanto i media riescono a creare una atmosfera emotiva tale da indurre o sollecitare atteggiamenti e comportamenti, in questo senso i media vengono ad avere una valenza morale: l'uomo ha una forte tendenza all'imitazione e difficilmente riesce a sottrarsi ai modelli comportamentali proposti.

Gli esperti parlano di agenda setting nel senso che i media riescono a stabilire ciò che merita di essere discusso venendo così a spostare le posizioni anche per coloro che non vorrebbero condividere il discorso proposto. I media devono dunque avere un fatto da presentare che va trasmesso in modo semplice e semplificato tralasciando sfumature o sottili distinzioni. I messaggi sono poi spesso perentori e netti tali da non lasciare spazio a dubbi o incertezze, di qui la creazione di grandi dicotomie tra buoni e cattivi tipica dei media; i toni sono forti e marcati, in modo che il messaggi tocchi le corde più basse dell'animo umano, ove queste caratteristiche agissero in sinergia può accadere che l'opera di semplificazione ed e motivizzazione venga a far si che un certo messaggio venga completamente travolto e cambiato.


Tratto da BIOETICA E MASS MEDIA di Marianna Tesoriero
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