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Psicologi dell'Io: Kris, Hartmann, Loewenstein


Hanno tentato di sviluppare una teoria psicoanalitica che fosse compatibile con la psicologia generale , cioè che si spostasse dal fulcro sulla clinica a una descrizione dello sviluppo normale.
Scrive Hartmann: «La psicoanalisi ha raggiunto uno stadio nel quale dovrebbe essere divenuto evidente che la teoria non può più essere considerata un sottoprodotto più o meno occasionale dell'esperienza clinica o lo svago preferito di alcuni analisti (Cioè non si può formulare una teoria solo su base clinica)».

Questi psicologi introducono una prospettiva genetica, che in termini dinamici vuol dire dello sviluppo.

Un aspetto fondamentale, che rimane da Freud, è che noi possiamo capire il presente sulla base del passato. Però si deve integrare ciò che si osserva nel presente non solo con ciò che si può ricostruire dal passato nella stanza clinica ma anche con ciò che si può osservare nel bambino normale nel suo contesto quotidiano (nell'interazione con il caregiver). Quindi il metodo clinico dell'analisi deve essere integrato con l'osservazione, non solo della prima infanzia, ma longitudinale.

Nella seconda topica Freud aveva dato rilevanza all'Io (che opera secondo il principio di realtà), quindi questi psicologi, seguendo le orme di Freud, vogliono sviluppare l'importanza dell'Io --> ciò lo fanno sottolineando l'energia dell'Io (che è propria e non derivata), le sue funzioni, la sua autonomia dall'Es (non solo dal punto di vista dell'energia, ma anche dello sviluppo), e il ruolo della realtà nell'interazione con l'Io (per Freud l'Io era in gran parte inconscio e solo la parte superficiale dell'Io era in contatto con la realtà esterna). Questi psicologi dunque formulano una serie di principi per dare sempre più importanza all'Io. Fanno ciò per allontanarsi dalle teorie sulla patologia e avvicinarsi a teorie sul funzionamento normale. Quindi per gli psicologi dell'Io nella prospettiva dinamica l'Io diviene più forte, con motivazioni proprie, indipendenti dall'Es e dal Super- Io per  la maggiore influenza del mondo reale. A livello  economico invece l'Io attinge all'energia libidica e all'energia aggressiva, creando energia de-istintualizzata (cioè, oltre ad avere energia propria, l'Io può prendere l'energia dell'Es, ma riesce ad usarla per scopi suoi). A livello topografico  l'Io non è più una struttura unitaria che si è differenziato dall'Es, ma è costituito da unità funzionali (sempre più sofisticate e  organizzate gerarchicamente).

Infine da un punto di vista genetico (quello aggiunto dagli psicologi dell'Io) l'Io ha radici innate come l'Es e molte funzioni dell'Io sono primariamente autonome (non derivando dal conflitto tra pulsioni-realtà, ma sono immediatamente in contatto con la realtà), mentre altre funzioni diventano autonome secondariamente (inizialmente sono in balia dell'Es, ma poi con lo sviluppo del bambino se ne liberano).
La psicoanalisi come psicologia generale: Freud, dopo il progetto per una psicologia scientifica abbandona la controparte della patologia, cioè la normalità. Hartmann invece dice che ci si deve occupare anche della normalità, dato che è il contatto che tutti noi abbiamo con la realtà.

Per Hartmann lo sviluppo riguarda l'adattamento a un ambiente mediamente prevedibile (mediamente perché noi siamo dotati di un bagaglio innato, evoluzionisticamente sviluppato, che ci prepara ad aspettare un ambiente in cui possono esserci variazioni, ma comunque abbastanza prevedibile).

le teorie propugnate da Freud devono essere confermate attraverso l'osservazione diretta. L'Io acquisisce una funzione fondamentale, cioè quella di mantenere l'omeostasi ed il  controllo centrale (delle pulsioni). L'Io viene visto come una "una variabile parzialmente indipendente" dalle pulsioni.

Ridefinizioni:
• Io non si sviluppa dal Es come in Freud
• l'Io e l'Es si sviluppano parallelamente a partire da un serbatoio comune di energia;
• "il PdP è una guida poco sicura per l'auto-conservazione (in un ambiente mediamente prevedibile)» quindi non può precedere il PdR (H., 1956, p. 265).
• Se l'Io ha un origine in parte indipendente dall'Es, allora è autonomo rispetto ai conflitti dell'Es;
• Quella parte dell'Io che possiede un' autonomia primaria rispetto ai conflitti e alle pulsioni viene chiamata «sfera dell'Io libera da conflitti» --> tutta una parte dell'Io è indipendente da pulsioni e conflitti. la libertà dai conflitti non costituisce un fatto definitivo e immodificabile, e infatti la sfera libera dai conflitti può essere successivamente coinvolta in aree conflittuali (Es: la sfera del linguaggio fa parte delle funzioni primariamente autonome, cioè non in preda alle pulsioni, tuttavia la balbuzie, che emerge quando una persona è particolarmente angosciata, rappresenta la conflittualizzazione di qualcosa che prima era libero dal conflitto --> si è perduta l'autonomia primaria). Allo stesso tempo le funzioni dell'Io di origine conflittuale (cioè quelle non primariamente autonome che derivano dall'Es) possono liberarsi dai conflitti e acquisire un'autonomia secondaria o cambiamento di funzione (Esempio: tendenza anale alla pulizia)

Quindi si è detto che per gli psicologi dell'Io, in particolare Hartmann, l'autonomia dell'Io può essere primaria (quando c'è fin dall'inizio), o secondaria (cioè l'io capta l'energia dell'Es per svolgere attività prive di conflitto). Però può succedere che l'autonomia ottenuta dell'Io vada perduta --> «l'indisturbato funzionamento dell'Io dipende in parte da quanto le attività del'Io sono al riparo dalla regressione e dall'investimento di cariche pulsionali" --> cioè se c'è una regressione a uno stadio precedente dello sviluppo, o se il controinvestimento dell'Io rispetto all'Es non è sufficientemente forte, allora prevalgono gli aspetti pulsionali, e quindi avviene una sessualizzazione o aggressivizzazione delle funzioni dell'Io.  Un altro concetto importante è la neutralizzazione --> in Freud solo la pulsione sessuale può essere deviata dalla sua meta naturale e messa al servizio dell'Io --> Hartmann, per aumentare il potere dell'Io, sostiene che anche la pulsione aggressiva può essere deviata e utilizzata per il contatto con l'ambiente mediamente prevedibile. Quindi l'Io ha così una riserva di energia per perseguire i propri fini e per sviluppare le sue funzioni (motricità, memoria, percezione ecc...).

Relazione tra Io ed Es:
• l'Io non è sempre in conflitto con l'Es, ma può anche aiutare la soddisfazione delle pulsioni (però prendendo in considerazione la realtà) attraverso la propria energia
• Oppure l'Io può tentare di impedire la realizzazione dei fini pulsionali tramite  un investimento energetico opposto "contro-investimento"
• Oppure può perseguire dei fini non difensivi (cioè è direttamente in contatto con la realtà --> «a volte un sigaro può essere soltanto un sigaro» (Rapaport) --> a volte non c'è una motivazione sessuale o aggressiva alla base delle nostre funzioni, ma si può percepire un oggetto per ciò che è --> questo avviene perché così siamo immediatamente in contatto con l'ambiente mediamente prevedibile, in modo da consentire l'adattamento massimo.

Tratto da PSICOLOGIA DINAMICA di Mariasole Genovesi
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