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Altro aspetto di una struttura - come è composto il personale



In Ferrari la struttura organizzativa è passata da piramidale ad orizzontale. Viene data più autonomia ai tecnici e ognuno è responsabile di se stesso. Da org. Verticale ad orizzontale dove ognuno lavora secondo le proprie competenze e abilità senza la presenza di un capo.
È un cambiamento che ha bisogno di tempo. Questo cambio, nell’organizzazione del team in gara, sta dando frutti. Non bisogna cambiare continuamente, si commette un errore notevole. Ci vuole tempo affinché vi siano risultati. Le organizzazioni vivono però in un mercato competitivo quindi rischiano di cambiare senza mai trovare una soluzione.
Questo cambiamento sta avvenendo in moltissime organizzazioni. È una tendenze recente nel campo dell’organizzazione. L organizzazione piramidale è tipica del modello Taylor fordista. Tale struttura in un mercato dinamico non funziona più perché rigida. La struttura verticale è ingessata. Se ogni decisione devo chiedere opinione del capo i tempi si allungano. In una struttura orizzontale è più reattiva ai cambiamenti dell'ambiente e si han risultati migliori.

Italcementi è stata acquistata da un gruppo tedesco. Da lì ad oggi loro han mandato dei delegati a studiare la situazione. Ora tramite una azienda di consulenza sta studiando nei dettagli tutte le strutture e processi aziendali. Lo fanno per implementare cambiamenti. Si è deciso di licenziare 430 persone. Esempio di come strutture e processi si condizionano. Qui c’è stato un cambio di proprietà, si sono rivisti i processi aziendali e si è analizzato come viene svolto il lavoro. Così come conseguenza si è arrivati al licenziamento di alcuni dipendenti.

Le aziende passano da una struttura piramidale a orizzontale perché è sempre più difficile inserirsi nei mercati vista la numerosa concorrenza. Questi mercati così volatili implicano all’organizzazione di essere più veloce ai cambiamenti dell’ambiente.

COSA È LA TEORIA ORGANIZZATIVA E PERCHÈ È IMPORTANTE STUDIARLA?
Ci sono tre obiettivi organizzativi che devono fungere da guida quando uno vuole comprendere le organizzazioni. Questi obiettivi sono di efficienza, efficacia e equità.

EFFICACIA ORGANIZZATIVA
È il grado di raggiungimento degli obiettivi organizzativi, ossia la capacità di ottenere i risultati previsti. Non è cosi semplice perché gli obiettivi non sono facili e semplici. Le organizzazioni infatti hanno molti obiettivi perché gli stakeholder sono diversi e molti. Gli stakeholder sono tutti coloro che hanno interesse nell’organizzazione.
Un’organizzazione per funzionare bene deve essere in grado di soddisfare più stakeholder possibili. Se vogliamo avere risultati nel tempo dobbiamo soddisfare tutti, a partire dai dipendenti.
A livello strategico avremo degli obiettivi poi ciascuna funzione ne avrà uno (dir finanziario, marketing, ecc. ecc. sino agli obiettivi della singola mansione). Questo aumenta la complessità soprattutto perché alcuni obiettivi potrebbero essere contrastanti. (es. reparto vendite di una azienda ha obiettivi di breve periodo, come la massimizzazione delle vendite. La funzione ricerca e sviluppo invece lavora su spazi temporali più lunghi.) sono obiettivi contrastanti e dunque risulta difficile coordinare il tutto.

BRANO DI SMITH
Smith parla di divisione del lavoro che ha a che fare con un obiettivo di efficienza. L’efficienza riguarda l’utilizzo delle risorse (scarse), che deve essere fatto in modo da risparmiare sui costi di realizzazione di prodotti e servizi.
PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO = VALORE AGGIUNTO / N. DIPENDENTI.
La produttività si alza nel caso in cui aumenta il valore che aggiungo al prodotto con la stessa quantità di dipendenti. Mantengo fissi i costi del personale ma ho una produzione maggiore da immettere sul mercato. O viceversa. L’indicatore dell’efficienza è la produttività del lavoro.

Esiste anche non solo l’efficienza produttiva ma anche l’EFFICIENZA NELLE TRANSAZIONI ossia i processi di scambio. Quanto è efficace la decisione e che risultati mi dà. Comprende:

Costi decisionali: Il tempo che impiego nell’assumere la decisione è un costo e dunque devo essere efficiente anche in quel caso. Sono processi complicati e costosi.

Essa comprende
Costi distributivi: quanto ci metto a distribuire le risorse nella organizzazione
Costi di cambiamento: esempio della Ferrari che cambia struttura. I frutti si sono visti dopo un anno.

Sono cose che se gestite male riducono l’efficienza organizzativa.

EQUITÀ
L’equità organizzativa misura il grado di soddisfazione degli attori coinvolti e richiama i criteri di giustizia organizzativa. Ciascuno deve sentirsi trattato in modo uguale rispetto agli altri. È un obiettivo interno della organizzazione. Quello che succede è che noi per decidere se stiamo bene o no ci confrontiamo con gli altri. Quando valuto questo in una organizzazione valuto quante conoscenze e impegno metto nel lavoro e quanto vengo remunerato. Io dò tot e l’organizzazione mi dà tot. Se questo rapporto è diverso da quello del mio collega mi sento trattato in modo ingiusto. Se dò gli stessi input del mio collega però lui riceve un salario più alto mi sento trattato in modo ingiusto.

GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA : riguarda la decisione che viene presa dal management di come distribuire le risorse internamente. Uno dei contrasti più sentiti è la distribuzione del budget. Ma non solo, tutte le risorse che servono per raggiungere gli obiettivi devono essere eque.

GIUSTIZIA PROCEDURALE: come decido che cosa aspetta a chi. Quale è il processo che mi permette di distribuire le risorse in un certo modo.

Esternamente tutto ciò si lega al concetto di responsabilità organizzativa che l’organizzazione ha verso la società. Essa misura il grado di rispetto della comunità, dell’ambiente e della società (es. inquinamento).
Molte aziende si stanno dotando del bilancio sociale dove si rendicontano tutte le azioni positive che l’azienda ha attuato per migliorare l’impatto sul mondo esterno.

Tratto da ORGANIZZAZIONE AZIENDALE di Kevin Carne
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