Skip to content

Focus sull’adozione



L’adozione può essere nazionale o internazionale (anche se in Italia quella internazionale è resa molto difficoltosa). Qual è il profilo di un genitore che chiede l’adozione?
* Non ha figli naturali (l’adozione è una modalità per avere un figlio) -> il genitore quindi ha dovuto fare i conti con un fallimento/incapacità di generare un bambino -> dovrebbe quindi essere in grado di aver elaborato il lutto di non aver avuto un figlio naturale
* Spesso hanno avuto esperienze infantili di lutto/separazione precoce dai genitori -> k’adozione è per lui un aspetto riparativo
* Spesso ha aspettative idealizzate sul figlio da adottare -> questo può andare incontro a gravi delusioni nel primo approccio tra genitore e bambino
* Ha un’angoscia genetica molto più amplificata rispetto ai genitori naturali: “chi sarà il bambino?”
* Non ha avuto una gravidanza preparatoria all’incontro con il bambino (quindi non ha un attaccamento prenatale).
Però allo stesso tempo può presentare fattori di protezione:
- Potrebbe avere esperienze molto positive di attaccamento e di cure genitoriali, quindi potrebbe occuparsi molto bene di bambini difficil
- Potrebbe non avere aspettative troppo idealizzate del bambino

Il bambino:
- Potrebbe avere esperienze pregresse di istutuzionlzzione (quindi potrebbe avere disturbi dell’attaccamento)
- Potrebbe avere un’identità di un altro paese, con cultura e valori anche molto diversi
- Potrebbe avere aspettative rispetto ai genitori adottivi legate alla loro precedente esperienza relazionale (quindi aspettative negative)
Ma potrebbe avere anche fattori protettivi:
- Potrebbe avere avuto esperienze parziali di cure adeguate
- Potrebbe avere quindi aspettative positive verso l’adozione

Mettendo insieme questi due profili si hanno aspettative incrociate da una parte e dall’altra (soprattutto se il bambino ha già qualche anno). Una probabile possibilità è che le aspettative del genitore siano molto forti (il bambino dovrebbe colmare il vuoto del non aver avuto figli naturali), quindi potrebbero esserci difficoltà nell’incontro con il bambino reale -> quindi cosa accade nell’incontro:
- Fantasie incrociate del bambino e dei genitori che si incontrano
- Per il genitore aspettative idealizzate rispetto al bambino: bambino adottivo che colma il vuoto del figlio naturale non avuto / bambino adottivo che ripara esperienze infantili difficili
- Quindi possibile difficoltà di empatia e responsività nei confronti del bambino reale all’inizio del percorso adottivo
- Possibile rifiuto del bambino reale e della sua incertezza nell’attaccamento (dovuta ai disturbi di cui si parlava prima)

Il bambino potrebbe avere difficoltà nell’instaurare un attaccamento selettivo con il genitore, oppure se ha avuto una relazione difficile con i genitori naturali, potrebbe mettere in atto le stesse modalità relazionali con i genitori adottivi (modalità di ritiro o aggressive).
Fattori di rischio/protezione nel processo di adozione:
- Età del bambino: le ricerche mostrano che l’età del bambino è una variabile molto significativa. L’adozione precoce (entro 6 mesi dalla nascita) permette quasi una normalità di attaccamento, quindi attaccamento organizzato e possibilmente sicuro. Altre ricerche mostrano che bambini adottati nei primi due anni di vita tendono ad avere legami più duraturi con i genitori adottivi anche nell’età adulta (cosa che spesso non accade con i bambini adottati dopo i 2 anni). L’adozione in epoche successive (dopo i 2 anni) determina invece una maggiore probabilità di disturbo reattivo dell’attaccamento, minori contatti e sentimenti di attaccamento verso i genitori adottivi da adulti, oltre che una serie di disagi che non riguardano solo l’attaccamento, come disturbi esternalizzanti, disturbi nell’apprendimento, maggiori deficit nell’attenzione e iperattività. Quindi l’adozione in epoca tardiva è un fattore di rischio, mentre l’adozione precoce è un fattore di protezione
- Le esperienze di vita precedenti l’adozione: si è visto che un fattore di rischio maggiore è l’aver vissuto in istituti, mentre aver vissuto con genitori naturali (Seppur trascuranti, ma almeno in parte supportivi) è un fattore protettivo.
Esperienze di istituzionalizzazione sono un fattore di rischio soprattutto se durano più di 2 anni -> rendono difficili i legami di attaccamento  e determinano maggiori probabilità di attaccamenti insicuri o di disturbi reattivi dell’attaccamento. Tuttavia in una ricerca viene mostrato che dopo 4 anni di adozione vi è una possibile remissione dei sintomi. Nei bambini i istituzionalizzati sono presenti anche: manifestazione di atteggiamento amichevole e indiscriminato verso adulti e pari / superifcialità emozionale, non amicizie selettive nell’adolescenza / difficoltà di regolazione emotiva / disadattamento scolastico / ritardi nello sviluppo cognitivo che però possono essere riassorbiti dopo un periodo sufficiente vissuto con i genitori adottivi.
- L’adozione interrazziale non sembra essere un fattore di rischio di particolare rilievo di per sé
Status socioeconomico: non si riconosce una correlazione significativa che possa far ritenere che il semplice miglioramento delle condizioni economiche e un maggior inserimento nel tessuto sociale possa avere un effetto protettivo e riparati o per il bambino
- Collocamenti multipli e instabili: favoriscono il comportamento oppositivo e le difficoltà nell’autoregolazione
Un dato importante è il fatto che molto spesso difficoltà che non emergono dopo l’adozione possono emergere nell’adolescenza -> ciò può essere dovuto a una serie di fattori, tra cui le aspettative dei genitori che si scontrano con l’adolescente, creando un forte conflitto tra i 2. Un altro aspetto è che i disturbi dell’apprendimento e cognitivi emergono nell’età scolare piuttosto che prescolare. Non sembrano esserci differenze di genere, anche se vale la differenza di genere presente nel campione normale (cioè maschi più disturbi esternalizzanti e femmine più disturbi internalizzanti).

Per quel che riguarda la famiglia adottiva fattori di rischio/protezione sono:
- Poca flessibilità nell’esercitare i ruoli e nel formulare le regole
- Non essere sufficientemente preparati ed aver ricevuto scarse informazioni sul bambino
- Essere sposati o conviventi da pochi anni (quindi presenza ad esempio di conflitti genitoriali)
- Sentire l’esigenza di rispondere in misura eccessiva alle richieste del bambino
- Essere troppo diversi (ad esempio nel livello socio-economico), cosa che rende difficile costruire una buona relazione
- Nutrire sentimenti negativi verso la propria impossibilità a procreare ed accettare in modo parziale l’adozione
- Avere troppe fonti di stress (familiari e ambientali) e poche risorse per farvi fronte
- Avere livelli di istruzione e/o reddito elevati
- Nutrire aspettative eccessive e non realistiche città le capacità intellettive del bambino
- Riscontrare difficoltà nel momento dell’entrata in famiglia del bambino (ad esempio reazione non positiva del bambino)
- Presenza di figli naturali
->> Tutti questi fattori portano al 13% dei fallimenti sul totale delle adozioni.

Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO SOCIO-AFFETTIVO di Mariasole Genovesi
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.