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Approccio psicodinamico / psicoanalitico nella relazione genitore-bambino



Ferenczi
È il primo nell'ambito delle prime fasi della psicoanalisi (fine anni 20) a parlare dell'impatto reale che il genitore ha sulla mente e sullo sviluppo della mente (mentre per Freud era più importante il mondo interno del bambino rispetto alla realtà esterna) --> lui parla proprio di funzione vitalizzante / organizzatrice che il genitore ha rispetto alla sopravvivenza psichica del bambino, soprattutto nelle prime fasi --> secondo F il bambino molto piccolo è ancora in una fase nascente di sviluppo del sè, infatti parla di non-esistenza individuale, che si costruisce grazie alla funzione organizzante del genitore. In particolare F va analizzare gli aspetti negativi di questa influenza (funzione disorganizzante). L'altro aspetto che va a vedere F è quindi lo sviluppo traumatico --> la comunicazione g-b può essere funzionante, oppure distorta --> 2 tipi di distorsione: 1) abuso (sessuale o fisico), quindi intrusività del genitore che invade il bambino con i suoi desideri --> il bambino mette in atto un meccanismo di difesa, cioè l'identificazione con l'aggressore --> il bambino abusato tende a identificarsi con i desideri del genitore, quindi non si ribella ma anzi è compiacente / trascuratezza, cioè il genitore non accudisce il bambino nè gli attribuisce Stati mentali (aspirazioni, desideri), quindi il bambino usa come meccanismo difesa la progressione difensiva delle competenze cognitive e emotive (wise baby --> il bambino fa da genitore di se stesso).

Sigmund Freud
La direzione presa da F era già stata in parte accennata da Freud (anche se poi la sua attenzione si rivolge soprattutto al mondo interno del bambino e alle sue fantasie) --> in introduzione al narcisismo Freud parla di come il bambino può essere influenzato dal genitore, tramite l'assunzione di aspetti narcisistici del genitore --> il genitore vede il bambino come il possibile realizzatore di aspetti di sè che non si sono realizzati o perfezionati nella sua vita, quindi tende ad attribuire al bambino ogni sorta di perfezione e a idealizzarlo. Freud, riferendosi al bambino, dice che lui diventa "sua maestà il bambino", e deve realizzare tutti i desideri e aspirazioni narcisistiche del genitore.

In sintesi la direzione di ricerca intrapresa da Freud e Ferenczi:
Il genitore proietta sul bambino aspettative, conflitti ed emozioni legate al sé inducendo il bambino a identificarsi con tali caratteristiche
Questa è un’anticipazione dell’ipotesi relativa alla trasmissione intergenerazionale dei modelli relazionali tramite processi di identificazione proiettiva, che sarà ripresa negli anni 80 da Cramer

Negli anni 60/70 la psicoanalisi comincia a direzionarsi verso i processi di identificazione proiettiva del bambino verso il genitore (mentre Ferenczi, Fraiberg e Cramer considerano di più le proiezioni del genitore sul bambino). Ad esempio Bion parlava del bambino che proietta sulla madre emozioni da lui non elaborabili, la madre le elabora tramite la Reverie materna, e in questo modo il bambino le può reintroiettare in forma elaborata, e al contempo introietta la funzione di Reverie (funzione Alfa).

Tra gli anni 80 e 90 sono due gli autori che si interrogano sulla relazione g-b e su come ridurre il disagio del bambino lavorando su entrambi: essi son Selma Fraiberg e Kramer (in particolare la Tavistock clinic).

Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO SOCIO-AFFETTIVO di Mariasole Genovesi
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