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Il trattamento basato sulla mentalizzazione per genitori con disturbo borderline



Questo tipo di programma è stato sperimentato dal centro di Psicoterapia Viersprong (Olanda). Il lavoro è incentrato sia sui genitori (trattamento classico MBT) sia sulla relazione genitore-bambino disfunzionale.
I genitori hanno disturbo borderline di personalità, quindi hanno difficolta nella regolazione emotiva, alti livelli di impulsività che portano all’autolesionismo e a rischio suicidario, e funzionamento interpersonale disturbato. Questi problemi si vanno a riflettere sul bambino
—> i soggetti con DBP presentando una bassa soglia di attivazione del sistema di attaccamento legata ad una compromissione della mentalizzazione. Un genitore con DBP potrebbe attribuire al bambino aspetti distruttivi (ciò riprende Ferenczi), il bambino assume questa identità che gli viene attribuita dal genitore, e così diventa un altro da sé —> Fonagy dice che così il bambino sviluppa un sé alieno.
I figli di genitori con DBP manifestano a loro volta: deficit nella regolazione emotiva, possibili distorsioni nella rappresentazione del sé e dell’altro, patttern di attaccamento disorganizzato (in elevata percentuale).
L’MBT-P è un programma rivolto a genitori che stanno cercando un trattamento per il proprio disturbo. È pensato per genitori con figli da 0 a 4 anni. È importante il focus sul genitore.
Il MBT-P può essere iniziato durante la gravidanza, alla nascita o dopo l’arrivo del bambino nel caso della genitorialità adottiva. Sarebbe però preferibile che iniziasse prima della nascita per stabilire un’alleanza con il genitore.
Questo trattamento si focalizza su:
- la genitorialità,
- la relazione genitore-bambino,
- riduzione della trasmissione intergenerazionale del DBP,
- l’accrescimento della funzione riflessiva, ovvero la capacità dei genitori di riflettere in modo esplicito sulla propria esperienza mentale e su quella del loro bambino.
Il MBT-P combina il MBT ambulatoriale intensivo (MBT-IOP) con un modulo genitore bambino, condotti da terapeuti differenti. MBT-IOP: sedute di psicoterapia di gruppo (bisettimanali di 1 h) e individuale (settimanali di 45 min). In entrambe ci si focalizza sull’incremento della capacità di mentalizzazione del paziente. MODULO GENITORE-BAMBINO: uso del video feedback (45 min di psicoterapia una volta ogni 2 settimane) e training di gruppo (6 sedute da 90 minuti nell’arco di tempo di 2 mesi). Inoltre visite domiciliari, telefonate ed altre attività per favorire l’alleanza terapeutica svolte da un operatore psicosociale.

Nel centro di Psicoterapia Viersprong è presente un’equipe MBT-P composta da:
 - 3 terapeuti (2 per il MBT-IOP e uno per il modulo genitore-bambino),
- un operatore psicosociale,
- uno psichiatra,
- un supervisore.
È indispensabile la collaborazione tra i vari terapeuti coinvolti per garantire coerenza e congruenza nel trattamento.

Il programma del trattamento viene formulato in maniera collaborativa dallo psicoterapeuta e dal paziente e comprende 5 obiettivi rispetto ai seguenti temi:
1. coinvolgimento nella terapia
2. disturbi psichiatrici,
3. difficoltà relazionali,
4. comportamento autodistruttivo,
5. frequenti ospedalizzazioni.
Durante la psicoterapia genitore-bambino saranno trattati temi riguardanti la genitorialità e la relazione genitore-figlio.
È molto importante che il livello di riflessività del genitore venga valutato sia prima del trattamento, sia dopo, per poter valutare i cambiamenti avvenuti durante la terapia.

A scadenza programmata l’equipe e il paziente discutono del trattamento. Questi momenti di sintonizzazione hanno lo scopo di:
1) valutare gli obiettivi del trattamento e i progressi,
2) riformulare gli obiettivi se necessario,
3) riflettere sulle esperienze del paziente e terapeuta nel corso del trattamento,
4) discutere se la terapia incontra ancora i bisogni del paziente.

La psicoterapia individuale: Durante le sedute ci si focalizza sulla mentalizzazione di sé stesso come genitore, sul figlio e sulla relazione, viene infatti chiesto di portare il bambino in terapia. Il modulo è suddiviso in 3 fasi di trattamento:
* FASE INIZIALE: valutazione della funzione riflessiva e coinvolgimento del paziente (prima del trattamento).
* FASE CENTRALE: migliorare la funzione riflessiva con la tecnica del video feedback.
* FASE FINALE: paziente e terapeuta sviluppano un programma per il follow up per stimolare la responsabilità e indipendenza genitoriale.

Training di gruppo (sulla mentalizzazione esplicita): Obiettivi del corso sui seguenti temi:
 
- DBP,
- genitorialità,
- interazioni tra pensieri, sentimenti ed intenzioni,
- attaccamento e trasmissione intergenerazionale,
- separazione-individuazione,
- sviluppo e regolazione emotiva.

L’atteggiamento terapeutico: L’essenza dell’atteggiamento terapeutico nel MBT è l’adozione di una posizione di «non conoscenza», cioè il terapeuta deve accettare e legittimare i punti di vista differenti su quanto sta accadendo in quel momento, chiedendo descrizioni dettagliate dell’esperienza. Inoltre è importante che il terapeuta tenga in considerazione:
- i propri fallimenti nella mentalizzazione (e se ciò si verifica, esplorare quanto accaduto);
- relazioni: tra terapeuta e genitore, tra terapeuta e bambino, tra genitore e bambino.
Il terapeuta deve creare un’alleanza terapeutica con il genitore il prima possibile, poiché questo consente più opportunità di coinvolgimento del paziente nel trattamento, e inoltre consente di sviluppare un modello più sofisticato della mente del paziente, includendo le sue paure, le sue resistenze e altre tracce transferali che potrebbero portare problemi durante la terapia (Questo assume una rilevanza maggiore per genitori con DBP).

Nel modulo genitore-bambino l’ obiettivo del terapeuta è:
* aiutare il paziente a capire che gli stati mentali sono opachi, dando l’esempio attraverso la tolleranza dell’incertezza e la stimolazione della curiosità e della motivazione ad individuare stati mentali
* aiutare il paziente a riconoscere che i suoi stati mentale sono di farsi da quelli degli altri

Il terapeuta deve infine avere un atteggiamento pedagogico, mettendo in atto insegnamenti impliciti al genitore riguardanti la mente del bambino: deve fungere quindi da modello per il genitore. L’atteggiamento pedagogico è diverso dal fornire consigli educativi o conoscenze sullo sviluppo del bambino, i quali non sono compatibili con un atteggiamento mentalizzante. Anche quando il terapeuta fornisce qualche informazione psicoeducativa è soprattutto orientato ad incoraggiare il genitore a pensare e a meravigliarsi rispetto allo sviluppo del proprio bambino, allo scopo di creare una comprensione del piccolo del suo sviluppo e della loro relazione.

Tratto da PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO SOCIO-AFFETTIVO di Mariasole Genovesi
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