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Caratteristiche, funzionamento e scopi del Santo Officio dell'Inquisizione



Il Santo Uffizio (o Tribunale o Inquisizione) è un tribunale di fede istituito per lottare contro le eresie (un gruppo di persone che assolvono il santo uffizio, il compito sacro di inquisire gli eretici). Quando si sente l'esigenza di istituire una magistratura? La risposta non è solo una, ma sono diverse a seconda di che si parli della Spagna, del Portogallo o degli antichi Stati italiani (non si parla di Italia) ovvero Stati della penisola italiana, una moltitudine di formazioni politiche dentro la penisola. Questa esigenza quindi avviene secondo cronologie diverse. La prima, la più antica è quella spagnola: l'Inquisizione spagnola viene istituita nel 1478.
Quando si parla di "Tribunali di nuova istituzione" la domanda che sorge spontanea è "come venivano punite prima le eresie?"; nel medioevo ci sono state famose eresie che hanno prodotto vere e proprie crociate contro di esse. Chi svolgeva il compito di reprimere gli eretici, prima di questi tribunali? Erano i vescovi o delle persone particolarmente dotte, teologi, che venivano inviati dal papa: ad esempio, il papa decide che in alcuni territori tedeschi c'è una eresia che va assolutamente repressa e invia un suo "legato", una persona incaricata dal pontefice a questo scopo. Il legato viene anche chiamato "nunzio papale", cioè uno che "annunzia" la volontà del papa, che in qualche modo manda un suo sostituto, un suo vice. Nel periodo medievale si parla di "Inquisizione legatina", cioè una Inquisizione svolta o dal vescovo del luogo oppure da un legato papale (teologo o comunque uno che di eresia ne capisce, un esperto). I teologi possono essere sacerdoti ma anche (e sono per lo più) frati appartenenti a ordini religiosi di cui il più utilizzato è l'ordine dei predicatori di San Domenico/domenicani. Essi sono un ordine molto colto e studioso, per questo saranno proprio i domenicani a definirsi tali in quanto "domini canes" cioè si sentono i cani da guardia di Dio, della fedeltà alla fede. È un ordine di grandi intellettuali dell'epoca che insegnano all'università, che scrivono libri, che sono anche predicatori: molto spesso infatti vengono definiti come "l'ordine dei predicatori" perché hanno, come scopo del loro ordine, quello di "predicare il verbo di Dio" e da qui "predicatori", non solo perché sono uomini da scrivania, intellettuali; il loro sapere lo esternano nella conversione alla fede.
Successivamente, nel '500, quando si costituisce l'ordine dei gesuiti, anche questi verranno coinvolti nelle attività dell'Inquisizione. I gesuiti sono stati fondati da Sant'Ignazio di Loyola, è un ordine che nasce nel fuoco della controriforma contro i luterani, perché Ignazio era un guerriero, ha preferito rischiare la morte, ha un percorso spirituale molto intenso che lo porterà a un altro ordine e voto, quello di ubbidire ciecamente alla volontà del papa, quindi si mettono a disposizione del pontefice dicendo "noi siamo qui, faremo tutto il necessario fino al versamento del sangue" (usque ad sanguinis versatione); questi quindi sono disposti anche a farsi uccidere, senza giudicare o chiedere nulla al papa, solo pura obbedienza. Da qui poi nascerà l'ordine religioso molto potente dalla seconda metà del '500, che contribuirà all'organizzazione delle prime scuole/collegi, per istruire i figli dell’élite.
Come si istruiva la popolazione europea prima del collegio: le famiglie più agiate avevano gli istitutori, cioè maestri che venivano chiamati nelle case e dovevano istruire i ragazzi maschi delle famiglie; questi venivano quindi istruiti nelle lettere e anche nella spada, mentre le donne venivano istruite nella musica, nel canto, nelle buone maniere, oltre che un minimo di saper leggere e scrivere, molte di queste ragazze poi divenivano lettrici.

Le classi popolari invece venivano istruite con l'apprendistato, una grande scuola popolare in cui una persona diventa apprendista presso qualcuno che esercita un mestiere, come gli artigiani, i quali insegnano ai più giovani; andare da un maestro assicurava conoscenze base e tutti quanti dovevano passare attraverso questa forma di apprendistato, molto diffuso perché conduceva i ragazzi verso la professione di un determinato mestiere. Gli apprendisti vivono con il maestro, perché la famiglia dà il proprio figlio a un maestro apprendista e patteggia gli anni dell'apprendistato e il tipo di carriera. L'aspirazione è che, dopo i primi anni in cui i bambini fanno i servi, poi cominciano a partecipare al lavoro fino a quando, finito l'apprendistato, il giovane uomo può diventare a sua volta un maestro nella sua arte. Questa cosa non è automatica perché il numero di maestri è contingentato: significa che non tutti possono diventare maestri perché il numero di maestri arte per arte, a seconda delle varie professioni, viene stabilito dalle autorità cittadine e dalle corporazioni di mestiere (decidono i prezzi delle materie prime, il numero dei maestri, i luoghi dell'approvvigionamento), queste corporazioni sono quindi organizzazioni che controllano la produzione e il mercato. Quando l'apprendistato non si può concludere così come nelle aspettative, viene utilizzata molto frequentemente una scorciatoia, cioè quella di sposare la vedova di un maestro: i maestri morivano e lasciavano le vedove detentrici di quell'arte che viene occupata dal secondo marito della donna. Questi i modi in cui si trasmetteva il sapere.
Per altri tipi di conoscenze, le principali, occorre sapere il latino, per chi aspirasse a fare qualcosa di più importante, che non sia un mestiere normale. Il latino era insegnato dai sacerdoti ai bambini che vogliono entrare in sacerdozio, occupazione molto diffusa. I sacerdoti di un tempo erano molto diversi: bisogna aspettare il concilio di Trento, dove ancora i sacerdoti venivano accusati di essere emulanti, non sanno dire correttamente la messa, vengono accusati di non vestire un abito che li faccia riconoscere, dato che non hanno un vestito diverso da quello nero che avrebbero dovuto portare, vengono accusati di essere sposati o di concubinare (convivere con una donna o più donne), vengono accusati di gioco d'azzardo, di essere ubriaconi, partecipare a risse.
Fare il sacerdote era dunque una carriera nella quale non si rinunciava a granché rispetto al voto che prendevano.
All’interno delle cattedrali, venivano istituite delle scuole dove si insegnava il latino; erano scuole molto poco igienizzate e talvolta, dopo la messa, ci si metteva davanti la chiesa con delle balle di fieno e su di esse sedevano gli studenti, il sacerdote leggeva i salmi, il vangelo e i ragazzi dovevano ripeterlo con lui, imparandolo a memoria (la trasmissione orale era una forma di apprendimento prioritaria rispetto a quella scritta).

In queste scuole cattedrali ci sono insieme tutti i livelli di istruzione. I gesuiti decisero di organizzare prima di tutto un luogo fisico, quindi il collegio (ad esempio, il Collegio massimo gesuitico di Palermo accanto alla Cattedrale), con i convittori o i semiconvittori, in cui le persone sono divise per classi di apprendimento. Dunque interrompono la pratica della simultaneità dell'apprendimento (come nelle scuole cattedrali), mentre nelle scuole gesuite vi è la divisione per classi secondo il livello di istruzione da raggiungere; inoltre era prevista la lontananza dalla famiglia e soprattutto la trasmissione del sapere attraverso la disciplina. Nei collegi si viveva come nei monasteri; nei collegi e poi nelle università la disciplina si insegnava attraverso quella che per noi sarebbe ora "violenza fisica", attraverso uno strumento specifico chiamato "fevula", un righello piatto con un cerchio all'interno del quale c'è un foro: con questo strumento venivano violentemente battute le natiche dello studente punito pubblicamente; il foro creava poi una vescica che, continuando a percuotere, scoppia facendo molto dolore.
La disciplina era ferrea, monastica, con punizioni corporali. A questo si aggiunge una intensa educazione religiosa. I gesuiti, grandi intellettuali, attirano le famiglie d'élite e, attraverso i collegi, reclutano tanti giovani attratti dalla comunità dell'ordine, e chiedono poi di restare per diventare a loro volta gesuiti. I gesuiti sono anche un ordine missionario; la loro cultura li rende molto curiosi delle realtà lontane dall'Europa, per cui quando si ritrovano ad andare nel "Nuovo Mondo" e saranno proprio i gesuiti che accompagneranno i portoghesi nell'esplorazione e nella conquista del territorio, i gesuiti sono i primi a porsi il problema di conoscere le società, scoprono realtà antropologiche, ponendosi problemi riguardanti il modo attraverso cui considerare queste persone, cioè se fossero infedeli o no. In realtà gli infedeli erano i musulmani o gli ebrei che, avendo conosciuto il messaggio di Dio, l’avevano poi rifiutato; si chiedevano come fosse possibile che il messaggio di Cristo non fosse arrivato fin lì, perché, da Vangelo, tutto il mondo conosce messaggio di Cristo, e questi non l'hanno conosciuto.
Allora come bisognava considerarli? Infedeli oppure no? Le caratteristiche di queste persone, pur essendo contrastanti con la concezione europea e cattolica, tuttavia non erano facilmente catalogati. Ad esempio, queste popolazioni stavano nudi, e la Chiesa reputa la nudità un peccato, la abolisce (non ci si lavava o se lo si faceva, vestiti con una veste lunga fino ai piedi; il lavarsi comportava il contatto con parti del corpo, che nel momento del lavaggio vengono stimolate sessualmente, con effetti disastrosi per l'animo, come nel caso dell'autoerotismo, che possono condurre ad accendere il desiderio e alla ricerca della soddisfazione di questo desiderio con le relazioni sessuali; di conseguenza, era meglio non lavarsi). Nella loro nudità, queste persone erano innocenti, non succedeva nulla di quello che si pensava ad associare con la nudità. Come forma di ospitalità molto spesso venivano offerte le donne alle persone che vengono da fuori, come modo di dichiarare una buona accoglienza agli estranei e una buona disponibilità d'animo di chi li riceve.

I gesuiti dunque si trovarono di fronte a questi atteggiamenti che non capiscono ma che vogliono e devono capire: la cosa molto interessante della cultura gesuita è quella di non giudicare e soprattutto insistere molto sulla misericordia, perché questa è caratteristica di chi non si pone nell'atteggiamento del giudice, ma si pone nell'atteggiamento della comprensione del terrore. I gesuiti dunque sono i primi che si pongono il problema di imparare la lingua di quella gente per poter dialogare, mentre finora gli altri conquistatori hanno sempre cercato di insegnare a qualcuno del luogo la lingua, in modo che potessero fare da traduttori. Queste popolazioni hanno una religiosità superstiziosa, e hanno bisogno di missioni interne per la conversione, chiedono di andare in India (Indie occidentali), perché spesso lì ci si andava a convertire.

Tratto da STORIA DELL’INQUISIZIONE SPAGNOLA di Federica Palmigiano
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