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La Fenomenologia e Husserl


L’espressione fenomenologia indica, in generale, la scienza di ciò che appare (i fenomeni). Nello specifico senso husserliano, la fenomenologia è la scienza eidetica, che non studia i dati di fatto, ma le essenze, ossia le strutture invarianti ed universali delle cose.

Edmund Husserl nacque a Prossnitz in Moravia nel 1859. Nelle Ricerche Logiche Husserl abbandona il punto di vista empiristico, contrapponendo l’idea di una logica pura, intesa a ottenere la visione evidente dell’essenza dei modi di conoscenza. Ma conoscerne l’essenza significa rivolgersi al mondo della coscienza, che è l’oggetto della psicologia. Husserl contrappone alla psicologia empirica la psicologia descrittiva, che egli chiama anche fenomenologia pura.

Ne La filosofia come scienza rigorosa, Husserl ne chiarisce la distinzione. La psicologia attribuisce agli eventi psichici il carattere di fatti naturali che avvengono nel tempo, e dunque non può cogliere l’essenza della coscienza. A differenza della psicologia, la fenomenologia pura non è una scienza di fatti ma di essenze, cioè eidetica, e i fenomeni di cui essa si occupa non sono reali ma irreali.

Per raggiungere il piano della fenomenologia è quindi indispensabile un mutamento radicale di atteggiamento, un mutamento che consiste nel sospendere l’affermazione della realtà. Questo mutamento di atteggiamento è l’epochè fenomenologica. L’epochè degli antichi Scettici era la sospensione totale del giudizio: tale è il dubbio cartesiano. L’epochè fenomenologica è invece lo sforzo di mettere tra parentesi la realtà del mondo per dirigere l’attenzione alle essenze.

Sospendendo l’affermazione della realtà del mondo, il mondo diventa un fenomeno di coscienza ma non si annulla. La coscienza costituisce il residuo fenomenologico, ciò che rimane dopo l’epochè: il suo essere non viene toccato dalla messa in parentesi del mondo. Al di sopra dell’io ingenuamente interessato al mondo si stabilirà l’io fenomenologico come spettatore disinteressato.

Ad esempio, una casa, dal punto di vista pratico-naturale, è un oggetto alla cui realtà siamo interessati: si può progettarla, costruirla, ecc. Ma se esercitiamo l’epochè, e mettiamo tra parentesi la realtà della casa, quello che ci rimane da considerare è l’essenza della casa stessa: a cosa serve, quali sono le sue caratteristiche. Il passaggio dall’atteggiamento pratico-naturale all’atteggiamento fenomenologico coincide con il passaggio ad un punto di vista contemplativo.

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