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L’immagine nella politica televisiva


Con l’invenzione della televisione nel 1954 l’immagine conforma il linguaggio a quello del piccolo schermo e la seduzione si trasferisce dagli schermi cinematografici a quelli televisivi.
La televisione assume un ruolo molto importante e la politica deve fare i conti con questi nuovo strumento; l’audiovisivo Fantasia musicale della Dc si conclude con una parodia si Lascia o raddoppia; la forza della pubblicità televisiva e il suo linguaggio inducono il Pci a realizzare nel 1960 il Carosello elettorale che sono brevi parodie propagandistiche di alcuni fra i più noti filmini pubblicitari.
Il Cinegiornale della pace ideato nel 1963 per il Pci da cesare Zavattini presuppone un Italia popolata da persone alfabetizzate; le inchieste giornalistiche suggeriscono idee che anticipano il talk-show e il reality.
Giancarlo Pajetta utilizza la Tv per diffondere un messaggio e lascia la sedia vuota nella puntata di Tribuna Elettorale in risposta al rifiuto della Dc di portare in televisione Paolo Bonomi accusato dalle sinistre dello scandalo della Federconsorzi.
L’immagine risulta più eloquente delle parole e la politica si affida alla spettacolarizzazione della televisione. Quindici anni dopo Marco Pannella ed altri esponenti del Partito radicale si presentano ad una tribuna televisiva imbavagliati e legati.

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