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La commestibilità e le sue regole


Nella maggior parte delle culture il criterio che fissa cosa è commestibile e cosa non lo è si basa su una serie di categorie, vicino/lontano; simile/diverso; umano/animale e cosi via.
La nostra cultura ad esempio non ritiene commestibili specie vicine all’uomo come il cane, in molte culture come quelle dei paesi scandinavi il macellaio di cavalli è ritenuto impuro e non può accostarsi alle case, l’uccisione del cavallo è paragonata all’uccisione di una persona.
Se il consumo delle specie animali considerate troppo vicini e simili ispira repulsione è perché in molte culture vige il divieto di mangiare ciò che è in stretto rapporto con il “sé”, la forma più radicale è quella che appunto vieta il cannibalismo.
I criteri naturali che sanciscono la vicinanza e l’affinità tra uomini e animali sono variabili nello spazio e nel tempo (I pitagorici non mangiavano il bue né le fave).
Neanche le specie troppo lontane vengono mangiate e il disgusto dipende da ragioni simboliche, come avviene per gli insetti e i serpenti nella nostra cultura.

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