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Hume - Dubbi scettici sulle operazioni dell’intelletto


Tutti gli oggetti della ragione e della ricerca si possono dividere in due specie: relazioni di idee e materia di fatto. Alla prima appartengono le scienze della geometria, e dell’aritmetica, cioè ogni affermazione certa. La proposizione il quadrato dell’ipotenusa è uguale al quadrato dei due cateti si può scoprire con un’operazione del pensiero, e non dipende da ciò che esiste nell’universo.

La materie di fatto non si possono accertare nella stessa maniera, né l’evidenza della loro verità è della stessa natura. Il contrario di ogni materia di fatto è sempre possibile. Il sole non sorgerà do-mani è una proposizione non meno intelligibile di il sole sorgerà.

Tutti i ragionamenti relativi a materie di fatto sembrano fondati sulla relazione di causa ed effetto. Ad esempio, l’udire una voce al buio ci assicura della presenza di qualcuno. Se, dunque, vogliamo una spiegazione seria, dobbiamo capire come arriviamo alla conoscenza di causa ed effetto.

Questa relazione non si consegue mediante ragionamenti a priori, ma nasce interamente dall’esperienza quando troviamo che certi oggetti sono costantemente congiunti tra loro. Se presentiamo ad un uomo un oggetto nuovo, egli non riuscirà a scoprire le sue cause o i suoi effetti.

Adamo non avrebbe potuto dedurre dalla fluidità dell’acqua che questa lo poteva soffocare, o dal calore del fuoco che poteva ridurlo in cenere. Nessun oggetto manifesta, per mezzo delle qualità che appaiono ai sensi, né le cause che lo hanno prodotto, né gli effetti che sorgeranno da esso.

Dunque, cause ed effetti si possono scoprire non per mezzo della ragione, ma dell’esperienza. Tuttavia, noi siamo inclini a pensare il contrario. Immaginiamo che, se fossimo portati all’improvvi-so nel mondo, potremmo subito inferire che una palla da biliardo può comunicare movimento a un’altra in seguito a un impulso; e che non dovremmo attendere l’evento per esserne certi.

Tuttavia, la mente non trova mai l’effetto della supposta causa, nemmeno con l’esame più accura-to, poiché l’effetto è totalmente differente dalla causa, e dunque non può essere scoperto da essa.

Da ciò possiamo comprendere perché i filosofi ragionevoli e modesti non hanno mai preteso di stabilire la causa ultima di qualche operazione della natura. L’elasticità, la gravità sono le cause ultime che possiamo scoprire in natura, e possiamo considerarci abbastanza contenti se, per mezzo di ricerche accurate, possiamo rinviare la nostra ignoranza un po’ più in là.

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