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L’ascesa dell’Asia orientale – Giovanni Arrighi, Iftikar Ahmad, Miin-Wen Shih


Comunque sia, ciò che una superpotenza ottenne dall’altra fu inferiore alle loro perdite congiunte rispetto al mondo non occidentale. La manifestazione più evidente di questa tendenza è l’ascesa dell’Asia orientale come il più dinamico centro d’accumulazione su scala mondiale.

Le origini immediate di questo sviluppo possono essere rintracciate nelle peculiari difficoltà incontrate dagli Stati Uniti nel rafforzare l’ordine mondiale della guerra fredda in Asia Orientale. La sconfitta del Giappone nella seconda guerra mondiale e la vittoria del Partito Comunista in Cina fecero sì che gli Stati Uniti e la Repubblica Popolare Cinese si fronteggiassero in una lotta per la centralità nella regione. Almeno inizialmente, la Cina poco poteva fare per impedire agli Stati Uniti di avere il sopravvento.

Mentre gli Stati Uniti si specializzarono nel fornire protezione e nel perseguimento del potere politico a livello regionale e globale, gli Stati sudditi si specializzarono nel commercio e nel perseguimento del profitto. Attraverso tale rapporto, l’espansione economica giapponese generò un processo di tornate di investimenti alla ricerca di manodopera nella regione circostante che gradualmente sostituì il patronato statunitense come principale forza trainante dell’espansione economica asiatico-orientale.

La guerra di Corea aveva dato inizio al regime imperniato sugli Stati Uniti, escludendo la Cina dai normali rapporto commerciali e diplomatici con la parte non comunista della regione. La sconfitta della guerra in Vietnam, al contrario, obbligò gli Stati Uniti a riammettere la Cina nei normali rapporti commerciali e diplomatici.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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