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L'operaio e il sistema fabbrica nella prima industrializzazione – Alain Dewerpe


Il sistema di fabbrica della prima industrializzazione propaga una condizione operaia, stato durevole caratterizzato da bassi salari, lunghi orari, una grande insicurezza dell’impiego, disagiate condizioni lavoro, l’assenza di protezione collettiva contro i rischi. Tale condizione si distingue dal lavoro nelle campagne per l’intensità costretta dal lavoro, l’esigenza in fabbrica di puntualità, la separazione del lavoro dal focolare domestico.

Il sistema di fabbrica implica un controllo padronale diretto sul processo di produzione… In ciò esso esige una radicale riorganizzazione dei poteri nell’industria e una disciplina nuova del lavoro. L’imprenditore si scontra con problemi complessi e sconosciuti fino ad allora. Esigendo la fabbrica continuità e omogeneità del lavoro, egli deve fare onorare un nuovo rapporto tra il lavoro e il tempo, omogeneo, meccanico, regolare oggettivato: di fronte a lavoratori rurale e genti che organizzano a modo loro il lavoro, gli occorre reclutare e mettere al lavoro la sua manodopera, stabilizzarla alla fabbrica al fine di scansare i costi di una mobilità troppo febbrile. La concentrazione e la meccanizzazione del sistema di fabbrica trasformano così radicalmente le relazioni tra l’uomo e il lavoro.

L’esperienza della condizione salariale nell’industria è per il lavoratore una storia vissuta, personale e collettiva. Tale trasformazione, benché sia attraversata da forti tensioni, si appoggia sulla coscienza collettiva di un mondo operaio identificato nel proletariato. L’esperienza operaia è anche un’esperienza di lotte di classe: la rivolta violenta, il rifiuto della macchina, l’assenteismo, infine lo sciopero. A contestazioni deconcentrate, si aggiungono forme di mobilitazione: società di mutuo soccorso, borse del lavoro, sindacati, internazionali operaie. Le lotte operaie sfoceranno così sull’invenzione di un movimento operaio, spesso diviso, ma durevolmente influente e attore primordiale del miglioramento della condizione materiale e morale del mondo operaio.

La storiografia esita quando si tratta di valutare il senso della parcellizzazione dei compiti operata dal sistema di fabbrica a profitto dell’imprenditore: capacità sociale e tecnica (l’unico adatto ad organizzare la produzione) o politica che gli consente di imporre il proprio controllo sul sistema di produzione? Egli svolgerà in realtà sia la funzione di coordinatore, che la funzione di comandante.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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