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L’agricoltura nel Giappone nel XIX secolo – Pierre Léon


L’agricoltura costituisce il più importante dei settori tradizionali, che con la sua crescita e i suoi successi consentì di porre le basi di un’industria moderna. La crescita della produzione agricola netta derivano da un paziente miglioramento delle tecniche tradizionali. Grazie a questi notevoli successi del settore agricolo, nell’ambito di un sistema di produzione tradizionale, il Giappone riuscì a finanziare da sé la propria industrializzazione. L’agricoltura aveva infatti un elevato tasso di risparmio e modeste esigenze d’investimento; le eccedenze vennero trasferite ad altri settori.

Fino alla vigilia della guerra del 1914 il tasso di investimento lordo si era collocato intorno al 12%. Sono tassi modesti, in confronto a quelli raggiunti da paesi come la Germania o gli Stati Uniti. Ebbene, essi furono finanziati soltanto in modo piuttosto sporadico da investimenti esteri. Questa particolarità della crescita giapponese non deve nulla al caso. E’ il risultato di una scelta volontaria, politicamente motivata: l’imperativo categorico era la preservazione dell’indipendenza nazionale.

Occorre distinguere tra tre tipi di industrie: quelle sviluppatesi in ambiti puramente tradizionali; quelle che hanno conosciuto uno sviluppo moderato, che associava gli antichi metodi a forme di produzione moderne; quelle infine che hanno sviluppato le tecniche occidentali in modo sistematico. Le prime due appartengono al settore dei beni di consumo, le seconde appartengono in massima parte al campo dei beni di produzione e debbono molto alle commesse statali.

L’industria della ceramica costituisce l’esempio di una industria tradizionale dinamica. Per quanto riguarda l’industria tessile, fu lo Stato ad introdurre le prime fabbriche, ma a partire dagli anni 80 lo sviluppo di questa industria si basò soltanto su iniziative private. Eppure il ruolo dello Stato non fu affatto nullo: nell’industria della seta esso organizzò un controllo dei prodotti che assicurò la superiorità dei prodotti giapponesi su quelli dei loro concorrenti cinesi. Le industrie pesanti e meccaniche si organizzarono su basi molto più capitalistiche e in funzione di incentivi statali molto più pronunciati. L’industria siderurgica nacque, ad esempio, per iniziativa dello Stato.

I settori della cantieristica, del cemento, dello zucchero, del vetro, della chimica sono caratterizzati non soltanto dall’importanza del ruolo svolto dallo Stato, ma anche dall’origine degli zaibatsu, grandi complessi industriali e finanziari che costituiranno l’ossatura dell’economia giapponese nel Novecento, controllati da poche grandi famiglie.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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