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Sviluppo del nazionalismo – W. Mommsen


L’idea di nazione era stata fin dall’inizio strettamente legata alle idee liberali e democratiche. In particolare il liberalismo italiano e quello tedesco avevano sempre considerato l’unità nazionale e la libertà politica due facce di una stessa medaglia. Ma solo dal 1885 in Inghilterra, dopo il 1890 in Francia e in Italia, e poco più tardi in Germania e in Russia, le forze conservatrici puntarono sulla carta del nazionalismo, sperando di poter arrestare il continuo diminuire della loro influenza sulle grandi masse.

Per lo sviluppo storico dell’Europa fu decisivo il fatto che in pochi anni questo nazionalismo si esasperò a vero e proprio imperialismo. Se interpretiamo tale nazionalismo come un’esasperazione dell’idea nazionalista, non intendiamo certo negare la parte essenziale che ebbero altri fattori, come la coscienza di una missione religiosa, la ragione che per la propria economia occorresse valorizzare nuovi mercati nei territori oltremare. Tuttavia si dovrà dire che solo nella tensione di rivalità nazionali il capitalismo moderno ha sviluppato tratti imperialistici.

Il sorgere dell’idea imperialistica condusse a una trasformazione fondamentale della coscienza politica europea. Il liberalismo fu il primo a vedersene colpito. Era difficile accettare che lo Stato, per mezzo di una dispendiosa politica espansionistica, dovesse spianare all’economia la strada verso i territori d’oltremare. Ma lo spirito del tempo era più forte, e così anche i liberali scoprirono rapidamente le loro inclinazioni imperialistiche.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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