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La questione delle Filippine alla fine del XIX secolo – John L. Thomas


La nuova questione delle Filippine aumentò le preoccupazioni di McKinley. I leader dell’industria e della finanza si unirono alle richieste di conservare le Filippine, se non come possedimento permanente, almeno come temporanea testa di ponte sulla via dei mercati asiatici. Quando il Senato giunse a dibattere la questione dell’annessione, gli oppositori del nuovo imperialismo sostennero che il dominio politico non era necessario ai commerci. Tuttavia, la logica imperialista andava però contro gli antimperialisti.
McKinley annunciò che vi era una sola strada da seguire: essendosi mostrata la Spagna inadatta a governare le proprie colonie, esse dovevano essere conservate, dando loro i benefici della civiltà americana. Governare le Filippine era, però, un problema non semplice. Quando fu chiaro che gli Stati Uniti non avevano alcuna intenzione di rinunciare al controllo delle Filippine, Aguinaldo, capo degli indipendentisti prima corrotto e poi ritornato, e i suoi ripresero le armi contro gli ex-alleati. Nel corso di una selvaggia guerra durata quattro anni, i patrioti filippini uccisero 4000 soldati prima di arrendersi e giurare fedeltà alla bandiera britannica.

Tratto da STORIA DEL MONDO CONTEMPORANEO di Domenico Valenza
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