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L'unità sindacale fra utopia e realtà


Gli incontri a Firenze dei Consigli generali nell'ottobre ' 70, delle segreterie nel febbraio '71, e di nuovo dei Consigli generali nel novembre '71, che sembrarono lanciare un percorso irreversibile verso la riunificazione, furono preceduti da eventi di rilievo.

Febbraio 1970: il comitato centrale della CGIL prese l'impegno di sciogliere le correnti e di applicare il principio dell'incompatibilità a tutto campo e venne proposta la riunione dei consigli delle tre confederazioni per discutere  sul tema delle riforme e dell'unità.

Marzo '70: il consiglio generale della CISL vide una ricomposizione della frattura dei due fronti contrapposti sul tema dell'autonomia e dell'unità.

Ma la vera spinta verso l'unità venne dalle Federazioni dei metalmeccanici. Ai primi di marzo si riunirono a Genova FIOM, FIM e UILM per una una conferenza unitaria dalla quale emerse la necessità di accelerare i tempi dell'unificazione e si arrivò a prospettare un disegno autonomo di unità delle tre Federazioni qualora le Confederazioni avessero indugiato nel cammino (la cd tesi dell'unità "a pezzi" che infastidiva le segreterie confederali). Lama temeva che il fallimento di un progetto troppo ambizioso di unità potesse avere ripercussioni su tutto il movimento sindacale e per questo prospettò una soluzione intermedia e più facilmente raggiungibile: la formazione di una Federazione fra le Confederazioni. In un primo momento la proposta di Lama fu considerata una soluzione di ripiego inaccettabile: dai dibattiti interni alle Federazioni dei metalmeccanici emerse un progetto di unità costruita dal basso tramite un processo costituente da avviare in via immediata.
A questo punto il quadro preparatorio della riunione dei Consigli generali di Firenze (1) era completo.


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