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Otto Karolyi – Intervalli musicali


L’intervallo è la differenza in altezza tra due note. La tonica e il suo duplicato formano il primo pseudo-intervallo, detto unisono. L’intervallo fra i gradi I e II è una seconda; fra I e III una terza, fra I e IV una quarta e così via di seguito.

Ma una terza può essere maggiore o minore, secondo la disposizione dei toni e dei semitoni che la compongono. Ciò dimostra che oltre alla classificazione numerica di un intervallo vi sono anche classificazioni qualitative. Queste distinguono gli intervalli in cinque categorie: giusti, maggiori, minori, eccedenti e diminuiti.

Intervalli giusti sono l’unisono, la quarta, la quinta e l’ottava. I rimanenti intervalli, la seconda, la terza, la sesta e la settima sono intervalli maggiori. Se un intervallo maggiore è abbassato di un semitono si ottiene un intervallo minore: Do-Mi è una terza maggiore, Do-Mib è una terza minore.

Parleremo di eccedenza quando un intervallo giusto o maggiore è innalzato di un semitono. Per contro, qualsiasi intervallo giusto o minore abbassato di un semitono è detto diminuito. L’intervallo di quarta eccedente è chiamato tritono, perché formato di tre toni interi. Nel medioevo esso veniva soprannominato diabolus in musica, a causa di un che di sinistro racchiuso nella sua sonorità.

Quando vengono usati intervalli superiori a un’ottava, i loro nomi seguono la logica progressione numerica. Così il primo intervallo dopo l’ottava è la nona, che corrisponde a un’ottava più una seconda. Questi intervalli superiori all’ottava sono di solito chiamati intervalli composti.

Un intervallo e la sua inversione si completano in un’ottava: una quarta rovesciata diviene una quinta, e viceversa una quinta rovesciata diviene una quarta, e una quinta e una quarta danno per risultato un’ottava. Oppure, l’unisono rovesciato diventa ottava, l’ottava diventa unisono.

Tratto da LA GRAMMATICA DELLA MUSICA di Domenico Valenza
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