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Gadamer - Codificazione della lingua nella letteratura


Vi sono per contro altre forme di scrittura che Gadamer chiama letteratura in senso ampio riferendosi alla codificazione, l’uso linguistico naturale in base al quale ciò che è scritto sta scritto. Ciò che sta scritto ha acquisito mediante il suo essere-scritto una determinata posizione, e questa posizione vuol dire che ciò che è scritto parla da sé.

Vi sono qui due diverse forme in cui la scrittura fa riferimento al linguaggio: come sostituto del dialogo vivente, e come una nuova creazione, un essere-linguaggio di natura nuova, che per il fatto di essere scritto ha ottenuto un diritto di senso e di forma che non spetta al suono della parola parlata destinato a svanire. Il concetto di letteratura appartiene a questa seconda forma.

Scrivere qui non è semplicemente mettere per iscritto qualcosa, ma è uno scrivere autentico che crea qualcosa. Chi fa questo è lo scrittore nel vero senso della parola. Lo scrittore deve avere la capacità di scrivere, ossia deve compensare con il suo stile quello che di colorazione emotiva, ge-stualità simbolica, intonazione, modulazione contiene lo scambio di parole nella sua immediatezza.

Uno scrittore si misura per la sua capacità di raggiungere nello scrivere la stessa forza linguistica che è all’opera nello scambio immediato, e forse una forza anche più grande. Ciò tende ad un’arte linguistica che renda lo scritto in grado di parlare; è la letteratura che in tal modo si produce. Qui l’unione tra linguaggio e scrittura, realizzato dalla lettura, raggiunge la sua massima intimità.
Il parlare appare nelle due forme dello scrivere e del leggere. Per Gadamer, il leggere non è un terzo fenomeno che viene ad aggiungersi alla scrittura e al linguaggio, ma ciò che li lega.

Tratto da LINGUAGGIO di Domenico Valenza
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