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L’Iraq come l’America secondo Chandrasekaran

Nel libro Green Zone di R. Chandrasekaran, l’autore mette in luce come, tra le insensatezze della missione in Iraq, vi sia quella di voler trasformare l’Iraq in un Paese ad immagine e somiglianza degli Stati Uniti:

Bremer non era arrivato a Baghdad solo per costruire una democrazia, ma anche per creare un libero mercato […] La sua missione, come gli fu spiegato, era esportarvi il capitalismo.

Per lui l’Iraq era come il Michigan dopo un violento attacco. Come i ghetti e i progetti in Michigan, estesi a un’intera nazione. È con questa mentalità che voleva salvare l’Iraq.

Dal momento che non era così esperto del codice stradale per riscrivere da solo queste sezioni, cerco su Internet un testo che potesse servire da modello. Ne scelse uno che conosceva bene: il codice stradale del Maryland. Dopo averlo letto si cimentò in un’opera di copia e incolla.

Mise mano al sistema fiscale […] tagliando drasticamente le imposte. Abbassò dal 45 per cento a un secco 15 per cento le aliquote per imprenditori e privati cittadini, lo stesso tipo di revisione fiscale che da lungo tempo i conservatori sognavano di fare negli Stati Uniti.

I funzionari del governo di occupazione  – credendo di poter “ricostruire” l’Iraq secondo le loro competenze riguardanti lo stato americano – non ascoltano i consigli provenienti dai consulenti iracheni:

Il team della Cpa incaricato di occuparsi della questione consultò la commissione irachena per l’elettricità. «Pensavano che fossimo pazzi» ricorda Robyn McGuckin, che faceva parte del team. «Ci avvisarono che così facendo avremmo creato parecchi problemi». Eppure nessuno ascoltò il loro consiglio
Gli Iracheni più attenti sapevano bene che non era possibile creare un Paese democratico finché non fossero riusciti a lasciarsi alle spalle queste categorie e scegliere leader che, in un modo o nell’altro, superassero quei limiti. Gli iracheni più attenti lo sapevano. Noi no

E nel film Green Zone, dopo aver ucciso il generale Al Rawi, un Iracheno spiega all’ufficiale Miller: «Non sta a voi decidere cosa deve succedere qui»

Tratto da LA MISSIONE AMERICANA IN IRAQ di Isabella Baricchi
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