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Micheal Moore: Farhenheit 9/11 (2004)

Dall’inizio della guerra i media americani fanno gli straordinari per dipingere le nostre coraggiose armate come una macchina compatta di uomini uniti nell’intento di liberare l’Iraq dai cattivi e portare nel Paese la bontà dello zio Sam. È stato solo con Fahrenheit 9/11 che un bel po’ di gente ha iniziato a sospettare che molti soldati non fossero d’accordo con ciò che sta facendo Bush12
Forse è proprio con Fahrenheit 9/11 che  si apre una serie di denunce, nella letteratura e nel cinema americano, che cercano di bucare il muro della propaganda dell’amministrazione Bush per svelare le storture della guerra in Iraq. Nel film di Moore, in particolare, si affronta il tema della menzogna su cui si basa la dichiarazione di guerra all’Iraq (ovvero la ricerca delle armi di distruzione di massa) e si mettono in luce i legami tra la famiglia Bush e quella di Bin Laden, dimostrando come l’idea di attaccare l’Iraq fosse precedente all’11 settembre 2001. Fahrenheit 9/11 ci spiega come l’amministrazione Bush, creando un clima di terrore negli Stati Uniti dopo l’attacco alle Torri, abbia costruito il consenso degli Americani alla guerra. Nella seconda parte del film, viene affrontato il tema del reclutamento dei soldati che, secondo Moore, 
indossano la divisa per permettere a noi di fare altre cose chiedendo solamente che la loro incolumità non sia messa a repentaglio a meno che non sia assolutamente indispensabile. Si fideranno ancora di noi?13

Tratto da LA MISSIONE AMERICANA IN IRAQ di Isabella Baricchi
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