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Lo studio dei fonemi nell'apprendimento della lingua


Se in una prospettiva di apprendimento linguistico, è facile osservare che queste differenze non implicano necessariamente interferenze e/o errori, è altrettanto evidente che lo studente che si impegni nell’apprendimento di L2, durante la fonazione dovrà prevedere un diverso controllo dei muscoli, un diverso posizionamento e movimento della lingua. La comparazione interlinguistica ha dunque una ricaduta positiva nel processo acquisizionale.

Anche limitando l’analisi a due sistemi affini come italiano e spagnolo, si rivela come non solo vi siano differenze a livello di quantità vocalica, ma anche fonemi consonantici in italiano la cui realizzazione non ha parallelo in spagnolo (è il caso di v/b).

Le problematiche individuate a livello fonematico appaiono più complesse se indagate a livello semantico-lessicale o sintattico. Le lingue non analizzano la realtà in modo identico: non ne sono un calco invariabile. La nostra visione del mondo è costruita sulla base dell’esperienza. I referenti appaiono segmentati ed analizzati in modo diverse nelle varie lingue, come evidenziato nell’esempio famoso di Hjelmsev per illustrare l’arbitrarietà del segno linguistico.

Mentre in italiano si oppongono quattro unità per illustrare la stessa area semantica (albero, legno, bosco, foresta), in francese e in tedesco si oppongono tre unità e in danese due, tutte di estensione diversa. La diversa realtà linguistica è dunque indicativa di una diversa realtà esperenziale.

Tratto da INTRODUZIONE ALLA LINGUISTICA APPLICATA di Domenico Valenza
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