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Il montaggio filmico tra moderno e postmoderno


Molti registi della modernità hanno rifiutato i codici del montaggio hollywoodiano, creando stili di rappresentazione che sul piano dello spazio e del tempo, testimoniano la possibilità di raccontare una storia trasgredendo le regole della continuità classica. Nella rappresentazione dello spazio, la parola chiave del montaggio visibile è falso raccordo; distinguiamo varie forme di trasgressione.

1. Scavalcamento di campo: vengono montate in successione inquadrature girate da una parte e dall’altra della linea immaginaria, cosicché, in un dialogo tra due interlocutori, chi era a destra nell’inquadratura a passa a sinistra nella b.
2. Infrazione del raccordo di direzione: l’automobile esce e rientra sempre a destra nell’inquadratura a e rientra sempre da destra nell’inquadratura b.
3. Infrazione del raccordo di sguardo.
4. Infrazione del raccordo sull’asse e della regola dei 30°, detto anche hard cut: si montano due immagini dello stesso personaggio o oggetto troppo simili per angolazione e distanza o addirittura identiche, dando luogo a un attacco duro.
5. Jump cut: nel passaggio da un’inquadratura all’altra il personaggio salta da uno spazio e un tempo a un altro.
6. Ripetizione: si susseguono inquadrature dello stesso soggetto colte da angolazioni differenti.
7. Asincronismo: è la non perfetta coincidenza tra immagini e suoni: dialoghi fuori sincrono, personaggi che parlano con la bocca chiusa, un commento musicale che invece di accompagnare le immagini entra in relazione dialettica con esse.

In Per un pugno di dollari, l’enfasi sull’inazione dei personaggi e sui lunghi primi piani dilata a dismisura il tempo. Si può anche ricorrere ad artifici che diventeranno una regola del cinema contemporaneo, come l’accelerazione, il ralenti o il fermo immagine (stop-frame o freeze-frame).

Nel cinema contemporaneo, comunque, i raccordi di direzione e direzione di sguardo sono rispet-tati nel novanta per cento dei casi; al massimo, ci si concede qualche libertà nel raccordo di posi-zione, con scavalcamenti di campo nascosti dalla mobilità della cinepresa e dal ritmo serrato.

Altro aspetto fondamentale è invece la contaminazione: complesse scene di montaggio coesisto-no con lunghi piani sequenza. Il montaggio oggi è diventato più musicale anche grazie alle pos-sibilità aperte dal desktop editing, che consente di montare sulla colonna sonora in modo quasi au-tomatico. Ma si tratta sempre di soluzioni di ripiego: i veri registi girano con la musica già in testa.

Dall’altra parte, invece, troviamo sequenze di montaggio quasi intellettuale: scene che lavorano sulla ristrutturazione dello spazio, giocando con la capacità di previsione dello spettatore, come in un indovinello. In Crocevia della morte, il ritrovamento del cadavere in un vicolo viene raccontato con tre primi piani immobili, che solo la quarta inquadratura interviene a chiarire.

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