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L'incontro di Garibaldi con Anita

nita, tu devi esser mia!
Secondo quanto scrive nelle Memorie, Garibaldi vede per la prima volta Anita scrutando la costa di Laguna da una nave ancorata nel porto. Il suo cannocchiale la inquadra, lui scende subito a terra per cercarla, quindi viene invitato a prendere un caffè a casa di un conoscente e lì la ritrova. E' il colpo di fulmine: «Era Anita! Restammo entrambi estatici e silenziosi, guardandoci reciprocamente come due persone che non si vedono la prima volta, e che cercano nei lineamenti l'una dell'altra qualche cosa che agevoli una reminescenza». Garibaldi poi la ammonisce con il celebre: «Tu devi esser mia!», e da quel giorno lei gli sarà per sempre legata.
Su quali siano state le reali condizioni dell'incontro tra Garibaldi e Anita esistono diverse versioni. Si sa però che Aniňa Ribeiro da Silva apparteneva ad una famiglia modesta e, giovanissima, era stata data in moglie ad un calzolaio di Laguna, molto più anziano di lei: Manuel Duarte de Aguiar. 
Lui allo scoppio dell'insurrezione si era arruolato tra gli imperiali e, dopo la presa di Laguna da parte dei repubblicani aveva abbandonato la città, in ritirata, lasciando la moglie ospite presso una famiglia amica. 
Anita è descritta dai suoi biografi come una donna forte, dai capelli neri, scura di carnagione, esperta cavallerizza, coraggiosa in battaglia. Per Garibaldi è «il mio tesoro, non men fervida di me per la sacrosanta causa dei popoli e per una vita avventurosa».  Dopo aver lasciato Laguna, infatti, la diciottenne catarinense si imbarca con il nuovo compagno sul Rio Pardo impegnato nelle scorrerie corsare, poi combatte al suo fianco durante la difesa della città di Laguna. Partecipa alla battaglia di Forquillas, dove viene fatta prigioniera dai Brasiliani ma riesce a scappare e, dopo quattro giorni di marcia a cavallo, raggiunge i repubblicani. Nel settembre 1840, a San Simòn, dà alla luce il suo primo figlio, Domenico, detto Menotti. Poiché durante la gravidanza la madre ha sopportato privazioni e disagi tra cui una caduta da cavallo, secondo le Memorie il neonato «ha un'ammaccatura sulla testa». Persino il Jornal do comercio di Rio de Janeiro, annunciando nel luglio 1841 l'arrivo a Montevideo di Garibaldi, sottolinea che la «moglie, nativa di Santa Catarina, secondo quanto si dice, impugna la spada e lotta al fianco del marito quando questi entra in combattimento».

Tratto da IL MITO DI GARIBALDI NEL RIO GRANDE DO SUL di Isabella Baricchi
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