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Santa Caterina, una repubblica di mezza estate

Santa Caterina, una repubblica di mezza estate 

In questo periodo la repubblica riograndese si consolida, dando una forma alle proprie istituzioni, organizzando il sistema fiscale per sostenere lo sforzo bellico, curando la stesura della carta costituzionale. Sentendosi rafforzati, i repubblicani non solo rifiutano le offerte di pace dell'Impero, che concederebbe loro l'amnistia ma non l'indipendenza, ma pensano di andare alla conquista di basi sull'oceano e di allargare il fronte della rivolta. 
Approfittando del malcontento sviluppatosi nella confinante provincia di Santa Caterina, preparano una spedizione per favorirne la secessione. Lo scopo è quello di creare una confederazione di stati ribelli da contrapporre all'impero. 
Primo obiettivo è la conquista della città di Laguna, per cui viene organizzata un'operazione congiunta via terra (condotta dal colonnello David Canabarro) e via mare (guidata da Garibaldi). Per quest'ultima impresa è necessario innanzitutto far uscire la flotta repubblicana dalla Lagoa dos Patos evitando di passare attraverso lo stretto controllato dagli imperiali. Si decide quindi di risalire con le due imbarcazioni prescelte il piccolo fiume Capivari, quindi trasbordarle via terra su grandi carri nella laguna Thomás José e ridiscendere nell'Atlantico percorrendo il fiume Tramandai. Per questa impresa Garibaldi parte a fine giugno con i suoi uomini migliori, comandando personalmente il lancione Farroupilha (detta anche Rio Pardo). Arriva il 5 luglio al punto previsto per il trasbordo, tira in secco le navi, smonta le parti smontabili, che saranno trasportate su carretti. Per il trasporto degli scafi appronta invece grandi carri con sei ruote che, su una pista precedentemente preparata, saranno trainati dai buoi fino al fiume Tramandai. Qui le navi vengono riallestite e varate. Il 14 luglio entrano nell'Atlantico. 
La straordinaria impresa riesce perfettamente e passa alla storia, ma il mare è in tempesta e la Farroupilha, eccessivamente carica, si rovescia nei pressi della foce del fiume Araranguá. Garibaldi si salva, ma sedici dei trenta uomini dell'equipaggio muoiono in mare. 
Mentre la spedizione di Canabarro avanza verso Laguna insieme ai rivoltosi catarinensi e la flotta imperiale li bombarda dal mare, Garibaldi compare alla guida del Seival (il lancione superstite). Poiché lo scontro con le navi di Greenfell sarebbe stato impari, il Tenente Comandante gioca d'astuzia facendosi inseguire e portando due delle navi nemiche in un dedalo di canali, in cui ai riograndesi nascosti dalla vegetazione non è difficile catturarle. In breve tempo il resto della flotta imperiale si disperde e i repubblicani conquistano lo spazio marittimo antistante Laguna, dove Canabarro entra senza incontrare resistenza. 
La città viene ribattezzata Juliana (perché conquistata nel mese di luglio) e il 25 luglio 1839 viene proclamata la repubblica catarinense. Un sacerdote ne è eletto presidente, Rossetti segretario di Stato, Canabarro comandante dell'esercito e Garibaldi della flotta.

Tratto da IL MITO DI GARIBALDI NEL RIO GRANDE DO SUL di Isabella Baricchi
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